Il quotidiano
online 14ymedio, fondato dalla blogger cubana Yoani Sánchez, compie un
anno. Per Internazionale questa è una notizia, in fondo anche per noi,
altrimenti non avremmo letto e commentato. Scrive il mensile diretto da Giovanni
De Mauro: “Fin dal primo giorno, l’accesso al sito dall’isola di Cuba è stato
bloccato, con la giustificazione che era finanziato interamente con fondi
provenienti dall’estero. Secondo il quotidiano nazionale Granma, l’obiettivo del sito è sempre stato quello di alimentare le campagne di disinformazione
e diffamazione contro Cuba. In un editoriale pubblicato oggi dal
titolo Un anno, nonostante la
censura, i redattori del giornale hanno scritto di essere soddisfatti di
aver fatto informazione senza scendere a compromessi. La più grande soddisfazione che abbiamo sperimentato in questo primo
anno di lavoro è stata quella di informare tutti i giorni, e farlo con la
nostra voce, con indipendenza di giudizio, senza scendere a compromessi con
terzi e avendo resistito alla censura tecnologica, hanno scritto. Il sito 14ymedio è interamente finanziato da
investitori privati, per lo più residenti in Europa”.
A questo punto della commedia viene spontaneo
chiedersi a chi serva un simile periodico on
line, se proprio ieri mi hanno scritto le Damas de Blanco, confessando che il loro messaggio partiva
dall’Ufficio di Interessi USA e aggiungendo - con enfasi - che tra breve diventerà l’ambasciata di tutti i cubani.
Ecco, se ho un peccato da confessare, è quello di essere stato tanto sciocco e
credulone da cadere nella rete di personaggi così squallidi. Le Damas de Blanco cubane, appoggiate da
Yoani Sánchez e dal suo giornale, hanno sempre scritto i loro proclami dall’Ufficio
di Interessi USA, vera e proprio quartier generale. Ma adesso che a Cuba tutto
sta cambiando e che i rapporti con gli Stati Uniti vanno verso una logica
normalizzazione, questa gente a chi serve? Perché continuare a sovvenzionare le
Damas de Blanco e il giornale della
Sánchez? Questa è la vera domanda che necessita urgente risposta, non certo
celebrare un anno di vita di un giornale inutile. Da parte mia resto un uomo
senza certezze. So solo che presunti giornalisti come Yoani Sánchez e il suo
gruppo non hanno niente a che spartire con gli ideali di libertà e di
uguaglianza, ma sono soltanto a caccia di visibilità e denaro. Scoraggiamo
sovvenzioni finalizzate a ingigantire un ego smisurato. Se dobbiamo aiutare i
cubani, rivolgiamoci al popolo non a chi parla e rappresenta solo se stesso.
Nessun commento:
Posta un commento