Davide Rubini
Il fischio finale
Gilgamesh edizioni - Pag. 370 - Euro 15
Davide Rubini (Torino, 1979) scrive un romanzo calcistico che si pone sulla
scia di Giovanni Arpino (Azzurro tenebra), ma soprattutto di Pupi Avati,
che con il suo Ultimo minuto aveva realizzato uno dei primi spaccati
veritieri a metà strada tra umanità sportiva e scandali.
Un romanzo scritto con
passione in meno di sei mesi, tra Bruxelles, Arezzo e Procchio, per raccontare
una stagione sportiva da fiction che va dalla primavera del 1994
all'estate del 1995. Abbiamo una squadra calcistica di fantasia - il Rivaermosa
- per la prima volta in C2, tra i semiprofessionisti -, grazie anche alla sua
bandiera storica, il capitano Brando Adelmi, finito a giocare nella squadra del
suo paese dopo anni di campionati importanti. La vita sentimentale di Brando non
va bene, la moglie non accetta i sacrifici come in passato, perché la
contropartita non è la stessa dei campionati maggiori, mentre l'impegno continua a essere alto.
Brando finisce in politica, ai tempi di Tangentopoli, consigliere comunale di un
paese del Nord, coinvolto da un uomo che vive di scandali ma vede nel
calciatore una scialuppa di salvataggio e un bacino di voti.
Il romanzo è
scritto con stile piano e coinvolgente, ben strutturato e in perfetto equilibrio
tra la parte calcistica e quella più propriamente politico - sociale. Personaggi
ben definiti, ai quali è facile affezionarsi, soprattutto il vecchio calciatore
di provincia, stritolato da una serie di ingranaggi più grandi di lui.
Crepuscolare e decadente, quando si parla della fine di una carriera
sportiva che si avvicina al tramonto. Ironico e sferzante quando si
affrontano argomenti politici e si punta il dito sulla corruzione, tra appalti e tangenti.
Gilgamesh fa buoni libri, anche da un punto di vista
grafico, e pubblica giovani autori interessanti. Un romanzo da leggere e un
editore da incoraggiare.
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