Rainer
Maria Rilke
Silenzio e tempesta - Poesie d’amore
a cura di Raffaela Fazio Marco Saya
Edizioni Euro 15 - pag. 125
a cura di Raffaela Fazio Marco Saya
Edizioni Euro 15 - pag. 125
Marco
Saya è un editore benemerito solo per il fatto di occuparsi esclusivamente di
poesia, classica e contemporanea, con cura certosina, avvalendosi di autori e
traduttori eccellenti che impreziosiscono un catalogo di grande qualità.
Silenzio e tempesta di Rainer Maria Rilke (Praga, 1875 –
Montreux, 1926) contiene una serie di traduzioni a tema amoroso raccolte da
Raffaela Fazio (Arezzo, 1971), poetessa pure lei di buon valore, forse per
questo molto abile nel rendere in italiano la musicalità del verso tedesco. Per
Fazio non ha importanza il tipo di amore espresso dalle liriche di Rilke -
divino o terreno, con possesso o senza possesso, materiale o spirituale - quel
che conta è il sentimento che diventa il filo conduttore di un discorso
poetico. Solitudine, silenzio, accettazione del dolore e della morte,
inquietudine, senso di provvisorietà del mondo e degli affetti, tutto
confluisce nell’amore, che per Rilke è opera suprema, tutto il resto non è che
preparazione. L’amore come dono di sé, come abbandonarsi a un altro, una donna
come una divinità, come compimento di un cammino spirituale e sentimentale, mai
scontato, sempre complesso e intenso. Raffaela Fazio sceglie di tradurre i
testi di Rilke che più si avvicinano al suo modo di concepire la poesia, a metà
strada tra lucidità e visionarietà, caratterizzati da un pensiero cristallino e
da parole che offrono molteplici significati e interpretazioni. Bene scrive
Massimo Morasso, nella colta postfazione: “La sua traduzione riesce a essere
una lettura amorosa dei testi d’amore del più amoroso fra i più significativi
poeti lirici del Novecento tedesco”. Non resta che leggere qualche componimento
del grande poeta, reso vivo e vibrante dalla raffinata traduzione italiana di
Raffaela Fazio. Il volume è corredato - per gli esperti di tedesco - di testo
originale a fronte.
La
sera è il mio libro. Un vermiglio
bagliore
di damasco le riveste;
ne
disserro i dorati fermagli
senza
fretta, con mani fresche.
Leggo
la prima pagina scoprendo,
lieto,
il suo tono familiare,
più
sottovoce leggo la seconda,
la
terza l’inizio già a sognare.
(da
Dir sur Feier)
Spegni
i miei occhi, lo stesso ti vedo,
chiudi
le mie orecchie, riesco ad ascoltarti,
ti
vengo incontro anche senza piedi
e
senza bocca posso supplicarti.
Spezzami
le braccia e col cuore,
come
fosse una mano, io ti prendo,
arresta
il cuore, sarà la mente a pulsare,
e
se nella mente fai scoppiare un incendio,
nel
sangue allora ti saprò portare.
(da
Das Strunden-Buch / das Buch von der
Pilgerschaft)
Il
mondo era nel volto dell’amata,
ma
di colpo si è riversato fuori:
fuori
è il mondo e non si può afferrare.
Perché
dal volto amato, colmo,
che
stavo sollevando, non ho bevuto il mondo,
quand’era
vicino alla mia bocca, profumato?
Ah,
se bevvi! Bevvi senza fine.
Ma
anch’io di troppo mondo ero già pieno
E
anch’io, bevendo, traboccai.
(1924)
Canto d’amore
La
mia anima come trattenerla,
che
la tua non sfiori? Come elevarla,
sopra
di te, ad altro? Ah quanto vorrei celarla
in
qualcosa che si è perso nell’oscurità,
in
un luogo estraneo, silenzioso
che
non seguiti a vibrare, al vibrare
delle
tue profondità.
Ma
tutto quello che ci tocca, insieme
Ci
prende come un arco che produce
da
due corde una sola voce.
E
noi siamo tesi su quale strumento?
Quale
violinista ci tiene nella mano?
O
dolce canto!
(Da
Nue Gedichte)
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