di Jeff Nichols
Jeff
Nichols è un regista statunitense, nato nel 1978 a Little Rock, che conosco
davvero poco, ma fa parte del circuito indipendente e gira pellicole solo
quando sente di avere l’idea giusta da sceneggiare (per questo è anche autore
delle sue opere), tanto che dal 2007 a oggi ha realizzato solo sei
lungometraggi. Ha vinto molti premi, si ricorda soprattutto per Mud (2012, Cannes) e Midnight Special - Fuga nella notte
(2016), anche se pure il suo ultimo film in Italia viene distribuito da
Universal Pictures nei circuiti d’essai e nelle sale Fice. The Bikiriders nasce dal libro fotografico di Danny Lyon che cerca
di raccontare la storia del moto club Outlaws MC di Chicago ed è strutturato
come un documentario narrativo, una sorta di finta presa diretta con un
operatore che intervista e fotografa. Il regista modifica il nome del club in
Vandals per concedersi un minimo di fantasia narrativa, la sceneggiatura
racconta la vita dei suoi componenti e dei familiari, documentando eccessi
alcolici e violenze, sia verbali che materiali. Ambientazione anni Sessanta
molto curata, da un abbigliamento che non fa una piega passando per gli
arredamenti, per finire con moto e macchine. Colonna sonora suggestiva e
ispirata di David Wingo. Riprese a Cincinnati da ottobre a novembre 2022.
Vietato ai minori di anni 17 negli States per linguaggio scurrile, violenza, sessualità e uso di droghe, mentre
in Italia la visione è libera, condividiamo la scelta perché un simile lavoro
non può prescindere dal crudo realismo. Un film alla Easy Rider che diventa ricerca del tempo perduto di proustiana
memoria, romanzo di formazione per un gruppo di disperati che crescono e si
lasciano la giovinezza alle spalle, mentre la loro creatura (in mano ai nuovi
giovani motorizzati) cambia in negativo e diventa un’organizzazione criminale.
Personaggi scritti molto bene, tra tutti Johnny (Tom Hardy), il capo del club,
che mette tutto se stesso nella creazione del club ma alla fine si rende conto che qualunque cosa tu faccia le cose andranno
sempre come vogliono andare. Molto ben raccontata anche la singolare storia
d’amore tra la dolce Kathy (voce narrante intervistata, Jodie Comer) e il
taciturno Benny (Austin Butler), una fiaba a lieto fine, dopo mille traversie.
Un film che abbiamo visto grazie al ciclo Proiezioni d’Autore del Cinema
Metropolitan, davvero buon cinema, fotografato alla perfezione e girato a
dovere nei grandi spazi della periferia nordamericana. Consigliata la visione.
Regia:
Jeff Nichols. Soggetto: Danny Lyon (fotoromanzo, adattato dal regista).
Sceneggiatura: Jeff Nichols. Fotografia: Adam Stone. Montaggio: Julie Monroe.
Effetti Speciali: Allen Maris. Musiche: David Wingo. Scenografia: Chad Keith.
Costumi: Erin Benach. Produttori: Sarah Green, Brian Kavanaugh-Jones, Arnon
Milchan. Case di Produzione: Regency Enterprises, Tri-State Pictures. Distribuzione
(Italia): Universal Pictures. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione:
Stati Uniti d’America, 2023. Durata: 116’. Genere: Drammatico. Interpreti: Jodie Comer (Kathy),
Austin Butler (Benny), Tom Hardy (Johnny), Michael Shannon (Zipco), Mike Faist
(Danny), Norman Reedus (Funny Sonny), Boyd Holbrook (Cal), Damon Herriman (Bruce),
Beau Knapp (Wahoo), Emory Cohen (Cockroach), Karl Glusman (Corky), Toby Wallace
(The Kid), Paul Sparks (leader dei Gary Rogue), Paul Dillon (padre di The Kid),
Happy Anderson (Big Jack).
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Buon mercoledì con un racconto fantastico ispirato a una leggenda caraibica.
La pelle bruciata
https://www.clubghost.it/portale/2024/10/09/la-pelle-bruciata/
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di Lezama Lima
(da Fragmentos a su Iman, 1977, postumo – p. 467)
Confusi
furore e delirio
spezzano
oscuro chiaro d’uova,
né
antica edizione o pelle nuova,
né
frecce di consapevole martirio.
Antica
freccia si distrugge, la punta
rivale
di fantasmagorica armatura,
la
parabola degli estremi giunta
e
l’insonne il filato lavorando dura.
Due
inconciliabili, armati di bronzo duro,
il
braccio si pietrifica, il braccio più maturo
pende
come i pesi dell’orologio dalla torre.
Il
furore e il delirio, in cerca d’un cavallo.
Divide
il lampo in rapido intervallo
unisce
il tuono che cancella e corre.
8
aprile 1972
(Traduzione di Gordiano Lupi, abbastanza libera, per tentare di conservare la musicalità originale del sonetto)
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