Yoani Sánchez è riuscita a compiere
il miracolo che non era mai riuscito a nessuno: unire i cubani
dell'esilio. La sua visita a Miami ha conquistato tutti, se si esclude la parte
più oltranzista degli esiliati, quella “dura e pura” che non accetta
compromessi e che rende difficile ogni tipo di dialogo.
Yoani non ha fatto concessioni a nessuno,
ha detto chiaro che non crede all’embargo, pensa che sia un provvedimento
antistorico e inutile, addirittura un alleato per il regime che lo
usa per mascherare fallimenti politico - economici. Alcuni anni fa,
Oswaldo Payá aveva cercato di dire cose simili, senza successo, ed era stato
rifiutato dall'esilio cubano. Yoani no. Yoani ha affascinato tutti, grazie a un
carisma naturale e a un modo non violento di esporre le argomentazioni. Yoani
ha posto l’accento sull’unità, affermando che quel che importa è il popolo
cubano, non il suo governo. “Il popolo cubano siamo noi tutti, anche i
connazionali sparsi per il mondo, non solo i residenti a Cuba”, ha
sostenuto. Partendo da tale considerazione si può impostare un
cambiamento di prospettiva e di politica, che non favorisca l'isolamento di
Cuba, ma un'apertura al mercato e al mondo. Yoani sostiene che Cuba
sta cambiando, non tanto per le riforme, ma perché i cubani non sono più
gli stessi. “Hanno imparato a informarsi, cercano le notizie con tutti i
metodi illegali possibili, stanno abbandonando la maschera dell’opportunismo e
l’apatia. Sono decisi a cambiare la loro patria, a renderla libera e prospera”, dice
Yoani. la blogger ha lasciato un messaggio importante ai cubani della diaspora:
tutti insieme possiamo ottenere dei risultati prima insperati. È vero che
le opportunità per il cambiamento sono poche e imperfette, ma ci sono.
Dobbiamo approfittarne tutti insieme, per non perderle. Questo è il senso
della missione di Yoani Sánchez: lavorare per l’unità del popolo cubano e
favorire il cambiamento. Siamo convinti che abbia tutte le carte in regola
per ottenere successo, anche perché accanto a lei stanno crescendo figure come
Eliecer Ávila e Rosa Maria Payà.
Gordiano Lupi
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