giovedì 30 ottobre 2014

Garrincha & Santana

Garrincha e la psicosi da Ebola. Fox News lancia strali sul pubblico.

 
Omar Santana e la possibile fine dell'embargo contro Cuba. I primi a essere preoccupati sono proprio loro: i fratelli Castro.

Raul: - Tu vedrai che con questa campagna... finiranno per toglierci l'embargo.

Fidel: - Allora dobbiamo rinforzare il bloqueo.

Per i non cubani: bloqueo è un sinonimo di embargo, sta per blocco economico.

lunedì 27 ottobre 2014

Wendy Guerra e i suoi libri inediti a Cuba


Wendy Guerra - una vera scrittrice cubana - sogna che un giorno i suoi libri siano pubblicati in patria, anche i più pericolosi, persino Todos se van (2006, uscito in Italia con il titolo Tutti se ne vanno) e i romanzi che affrontano i problemi della vita quotidiana. L'autrice di Nunca fui primera dama (2008), inedito in Italia, ha detto nel corso della Fiera Internazionale del Libro di Santiago: "La situazione attuale a Cuba significa che la mia società non è preparata a leggere le mie opere". Infatti, in patria, è stato pubblicato soltanto Posar desnuda en La Habana. Diario apócrifo de Anaís Nin, romanzo storico - erotico su un viaggio caraibico della scrittrice statunitense negli anni Venti.
Wendy Guerra ha aggiunto che nel suo paese "si leggono clandestinamente molte opere di scrittori non graditi al governo", non solo i suoi romanzi, accade anche con "Pedro Juan Gutiérrez, Leonardo Padura, Reinaldo Arenas, Guillermo Cabrera Infante". Wendy Guerra è stata premiata in Spagna e in Francia per il libro Todos se van, che in Italia è passato sotto silenzio, come spesso accade con la vera letteratura. Da noi siamo vaccinati contro i libri importanti, non li amiamo, preferiamo il Fabio Volo di turno o l'autobiografia di Paolino Ruffini. Credo di essere stato uno dei pochi a recensire il romanzo, ma non è servito a molto. Wendy Guerra è nata a Cuba nel 1970, ha lavorato in televisione, fino a quando non è stata allontanata per motivi politici. "Soffro il silenzio delle parole e delle cose proibite. Amo narrare la nostra vita con un minimo di fiction. Nei confronti del mio paese sono come una donna adultera. La mia letteratura è vicina ai nostri corpi e alle nostre menti, è una letteratura umana", ha detto.
Tutto questo contrasta non poco con la totale libertà di movimento e di pubblicazione (anche se soltanto via Internet) concessa a Yoani Sanchez, che non è una scrittrice ma una blogtrotter. In ogni caso, vale la pena di aggiungere che molti di questi scrittori cubani non allineati pubblicano all'estero soltanto se ben remunerati, forse perché intravedono nella loro posizione una rendita da far fruttare. Personalmente ho tradotto per passione l'ultimo libro di poesie di Pedro Juan Gutierrez, ma quando gli ho fatto una proposta economica per pubblicarle in Italia, lo scrittore ha rifiutato sdegnato. Non solo: mi ha intimato - tramite la sua agente - di non pubblicare niente di suo in italiano. Forse non conosce il detto: la poesia non dà da mangiare. Forse crede che la libertà di espressione si guadagni rimpinguando il conto in banca. Siamo alle solite: se questi sono il nuovo che avanza, preferiamo il vecchio che arranca.

venerdì 24 ottobre 2014

Yoani e il monumento alla memory card


 
Yoani Sánchez forse teme di scomparire dalla ribalta internazionale e allora - tra un viaggio e l'altro - dispensa perle di saggezza, visto che scrivere non è proprio la sua passione, caso unico al mondo di scrittrice che non ha mai scritto niente. Yoani ama bromear, come dicono i cubani, ama scherzare. Fa bene, lei da ricca borghese può farlo, mentre i veri cubani, persone che lei non conosce neppure da lontano, soffrono nell'indigenza e sognano la fuga. Lei no, la blogtrotter sogna di viaggiare, adesso le capita spesso, ma non ha capito che vagare da uno Stato all'altro per tornarsene tranquilla a Cuba le fa perdere credibilità. Contenta lei. Forse non le importa, probabilmente le va bene così: ha i suoi premi, il suo giornalino, i suoi viaggi all'estero, il cellulare sempre carico, il portafoglio gonfio. Che altro desiderare? Vive in un paradiso come Cuba (per chi possiede valuta convertibile l'isola caraibica è un paradiso) senza far niente dalla mattina alla sera, a parte scribacchiare qualche post in un blog e fare viaggetti in direzione aeroporto.
Oggi leggo la sua ultima trovata: "La Rivoluzione sta creando una rivoluzione underground a Cuba", ha detto. Figurati se a Cuba sta nascendo una rivoluzione underground, questa l'ha sentita dal grillo parlante di Pinocchio, forse. Yoani non si limita ai sogni, fantastica pure su un futuro monumento alla libertà e dice che dovrebbe avrebbe la forma di una gigantesca memory card. Una piccola invenzione tecnologica che aiuterà il popolo cubano a liberarsi del tiranno. Certo, perché tutti useranno le memorie esterne e le chiavette usb per leggere le perle di saggezza di Yoani, le sue frasi storiche da dopo cena, e dopo si riverseranno nelle piazze a fare la rivoluzione. Svegliati Yoani, ché se Fidel Castro ha perso da tempo il collegamento con le masse, tu in compenso non ce l'hai mai avuto. Patetica imitazione di Ghandi al femminile, denaro e successo ti hanno dato alla testa. Non fai paura a nessuno - lo vedi come ti lasciano libera di svolazzare? - e ti ascoltano soltanto a Miami...

mercoledì 8 ottobre 2014

Perché il governo cubano non chiude 14 y medio?


Yoani Sánchez denuncia le minacce che la Sicurezza di Stato avrebbe fatto contro lo scrittore Juan Carlos Fernández, accusato di collaborare attivamente a una pubblicazione illegale. In questa storia sono molte le cose che non ci convincono. 14 y medio, il periodico fondato da Yoani Sánchez, è di sicuro illegale secondo la legislazione cubana vigente, oltre tutto pare che riceva finanziamenti nordamericani, che la blogtrotter nega, ma ormai sappiamo che delle sue parole non ci si può fidare. La Sánchez dice che i conti del periodico sono pubblicati on line e che i finanziamenti sono tutti leciti. E' storia vecchia che ogni dissidente cubano riceva aiuti dagli Stati Uniti, in forma chiara od occulta, camuffandoli da premi e borse di studio, magari, ma sempre di aiuti esterni si tratta. Noi siamo per la libertà di stampa a Cuba, per una libertà vera, non per la possibilità di parlare limitata a Granma e a 14 y medio. Noi siamo per la libertà di parola e di stampa diffusa. Troppo comodo avere un giornale di Stato e un nemico da combattere, una stampa (digitale, tra l'altro, che a Cuba nessuno legge) illegale da stigmatizzare. Noi vogliamo che la legge sulla stampa a Cuba venga radicalmente cambiata. A parte questo, non comprendiamo perché - visto che 14 y medio è a tutti gli effetti stampa illegale - venga tollerato dal governo cubano. Non lo chiudono per paura di reazioni internazionali o perché è comodo avere un nemico da combattere? Inutile che Yoani Sánchez reciti la commedia della vittima e dica che il suo giornale non ha personalità giuridica. Di fatto 14 y medio esiste - anche se viene letto solo dai cubani della diaspora - e nessuno fa niente per chiuderlo. Perché? 

Una stupenda miss cubana


La bellezza cubana conquista la Tailandia. Daryanne Lees ha vinto il Primo Premio al Concorso Miss Grand International 2014, sbaragliando la concorrenza di 85 ragazze provenienti da diversi continenti. Nel 2013 aveva vinto una portoricana: Janelee Marcus Chaparro, che ha premiato la collega cubana. "La corona della bellezza mondiale è ancora una volta caraibica!", ha scritto Joel Rodríguez Torres nella pagina Facebook del concorso. Daryanne Lees, 27 anni, 1 metro e 71 di altezza, studentessa di economia, impiegata all'Hotel Hilton, è una bellezza fuori dal comune: sorriso suadente, sguardo dolce, fisico slanciato. Sogna di suonare il piano, ama ballare, è dotata di senso dell'umorismo, crede che la cosa più importante sia la pace nel mondo. "Rappresento con orgoglio Cuba, una terra che mi ha cresciuto con un grande senso della cultura e delle tradizioni, un luogo dove i suoi abitanti vanno avanti con impegno, nonostante le difficoltà. Noi vinciamo le avversità quotidiane grazie alla cultura, sia danza, poesia o musica", ha detto la Miss cubana. Le altre finaliste provenivano da Colombia, Etiopia Canada e Australia.  La cambogiana Tim Sreyneat è stata eletta Miss Voto Popolare, la giapponese Mieko Takeuchi, invece, Miss Reti Sociali, l'indonesiana Margenie Winarti è stata nominata Miss Abito da Sera e la vietnamita Cao Linh Miss Abito Tradizionale. 

 

martedì 7 ottobre 2014

Francesco


Francesco è un romanzo breve, uscito soltanto in e-book, che si legge con rapidità e trasporto, anche se è dotato di struttura risulta ermetica e racconta una storia si presta a molteplici interpretazioni. Romanzo breve e non racconto lungo, anche se stiamo parlando di una narrazione di 40 cartelle, perché la struttura a capitoli e le diverse sottotrame fanno propendere per tale classificazione. Francesco è una storia d’amore, per meglio dire di disamore, perché racconta la fine di un rapporto, in un’atmosfera sognante e decadente, tra suggestive descrizioni di paesaggi e coinvolgenti stati d’animo che si fondono con il racconto. Hector, il protagonista sogna di ritrovare Francesco, un grande amico del passato, identificandolo nelle sembianze di una donna che compare improvvisamente, proprio mentre Irene, la sua compagna, lo sta tradendo con un collega di lavoro. Il lettore si trova di fronte a un dubbio inquietante: Francesco è soltanto un sogno, oppure è fantastica realtà della nuova vita di Hector? Francesco è un fantasma prodotto dalle ceneri della solitudine, una presenza ectoplasmatica, una finzione della mente che nasconde il corpo di una donna? Forse un po’ di tutto questo. Forse Francesco è soltanto un modo per mascherare solitudine e depressione del protagonista che sta vivendo un tragico abbandono. La vita cambia, un poco ogni giorno, anche quando non ce ne accorgiamo; i sentimenti si modificano, le situazioni non rimangono immutabili. E nel cambiamento della vita di Hector c’è posto ancora una volta per una amico - amante di nome Francesco, ma soprattutto per tanta solitudine. Consigliato, anche per chi non ama leggere gli e-book, perché lo stile è talmente scorrevole e piano che si arriva in fondo in poco meno di un’ora.
Enrico Miglino - Francesco
Ediciones Baleares
Gordiano Lupi

Garrincha Comics

Dose settimanale dell'umorismo di Garrincha.



La vignetta su Cina e Hong Kong non ha bisogno di traduzione.

 
CRESCE LA COMUNITA' MUSULMANA A CUBA

 

- Guarda che minigonna mi sono fatta con quel pezzo di stoffa che mi hai regalato, Alif!

- Era un velo, Exilda!


MUSULMANI E STATO ISLAMICO


- Che dice questo?

- E' uno studioso dell'Islam. Dice che se andiamo avanti così, otterremo il ripudio del mondo musulmano.

- Oh, che paura! Ah! Ah! Ah!