giovedì 29 dicembre 2016

Me gusta il reggaeton

Me gusta il reggaeton!







Adesso me gusta il reggaeton

pure se mi sento un po' coglion.

In America Latina è di gran moda

ve lo dice questa blogger molto soda

dalla testa ovattata di sciocchezze,

quelle che dico, di tutte le razze.



Sigmund Freud già lo diceva

se parlare ai giovani tu vuoi

come uno che in fondo ci credeva

fai fare loro sempre i cazzi suoi

al ritmo d'un ballo sincopato

che ti porti a morì ammazzato.



Reggaeton lingua franca, dicevo,

allora per me non è un sollievo,

che la mia lingua è molto biforcuta

e non la vuole la parola acuta.

Però se mi danno un po' di dinero

il reggaeton lo ballo per davvero!




Yoani Sanchez commenta in forma poetica apocrifa il testo uscito su Repubblica, a sua firma:
http://www.repubblica.it/r2-fotorep/2016/12/29/news/il_ritmo_del_reggaeton_che_ha_spazzato_via_i_canti_di_protesta-155044098/

mercoledì 14 dicembre 2016

Ode a Roberto Saviano


(sulla musica di Vedrai vedrai di Luigi Tenco)


Se sapessi come fai
a copiare così da me,
se potessi farlo anch'io,
ma io non lo so fare...
 
Vedrai, vedrai,
non son finito sai,
vedrai che cambierà.
Vedrai, vedrai,
che i cazzari finiranno sai,
vedrai che cambierà.
 
Se sapessi come fai
a convincere la gente sai
se potessi farlo anch'io
ci proverei e tu lo sai.
Ma io non lo so fare,
il cazzaro qui sei tu
e da te devo imparare
a far mille bolle blu
ché io non so raccontare 
mentre tu che ci sai fare
vivi tra stampa e tv.
 
Vedrai, vedrai,
anche il lettore 
se ne accorgerà
delle cazzate a ore
che Saviano copierà.
 
Cazzari come te
non ne ho visti mai
ma ti si versasse il tè
quando copi e non sai
niente di quel che scrivi,
ma devi farlo perché
sei un giornalista importante
mica un povero cantante.
 
Vedrai, vedrai,
vedrai che cambierà
e che sei solo un cazzaro
presto il mondo lo saprà.

giovedì 24 novembre 2016


LA POSTFAZIONE PERSONALE IN CALCE AL LIBRO

Perché scrivo poco di Cuba
 
Non mi occupo molto di Cuba da un po’ di tempo a questa parte. Qualcuno mi fa notare che è un male, che potrebbe essere interpretato come un segnale di un certo tipo. Bene. Mi fa piacere che qualcuno abbia a cuore le sorti di quel che dico e di quel che faccio, più di quanto le abbia a cuore io. Vorrei spiegare anche a me stesso il motivo per cui mi occupo meno di Cuba da un punto di vista politico, ma non smetto di leggere e tradurre letteratura cubana, né di vedere pellicole caraibiche, né di ascoltare buona musica che proviene dall’Isola. Vorrei spiegarmelo il motivo, ma non ci riesco, almeno non ci riesco in maniera convincente e definitiva.
Provo a buttare lì qualche argomento, ma si tratta solo di esempi.
In Italia vivono moltissimi cubani, quasi nessuno fa politica, pochi conoscono l’esistenza dei blogger indipendenti, la maggioranza dei cubani esuli pensa solo a mandare soldi a casa, cercando di avere meno problemi possibili con il regime. Parola d’ordine: “Non mi occupo di politica!”. Io, in compenso, per scrivere della loro terra, ho perso la possibilità di rientrare a Cuba.
I dissidenti cubani spesso non sono migliori di chi li governa (male), molto spesso raccontano balle degne di Fidel Castro (che almeno le sapeva dire), in tanti casi inventano di sana pianta, diffondono cattiva informazione, rendono incredibili persino le cose credibili. Per esempio, la stampa alternativa racconta la storia di un’attrice cubana picchiata a sangue da agenti in borghese perché colpevole di simpatie anticastriste. Come si fa a prendere la notizia per oro colato, visti i precedenti? Chi mi assicura che la verità stia nei racconti dei dissidenti e non nella versione ufficiale di una donna malmenata per una lite dai vicini di casa? Mi pare che una volta l’abbia scritto Leonardo Padura Fuentes (voce autorevole della cultura cubana): “Servirebbe una vera stampa libera e indipendente perché sia i giornali di regime che i periodici alternativi non sono affidabili”.
Aggiungiamo un’altra postilla.
Mi scrivono da una località italiana dove organizzano un festival di cinema che vorrebbero invitare Yoani Sánchez e proiettare Forbidden Voices, la blogger cubana dovrebbe parlare anche a nome della blogger cinese e di quella iraniana. Ora, a parte che io non sono l’agente di Yoani ma solo il traduttore, mi domando come potrebbe Yoani Sánchez parlare a nome di situazioni che non vive e che non conosce? Forbidden Voices è un buon film di cui per primo ho parlato in termini entusiastici, ma fin da subito ho sottolineato che tra un dissidente cubano e un cinese (o iraniano) corre una differenza abissale in termini di rischi e di sicurezza personale.
Concludiamo dicendo che ultimamente il blog di Yoani Sánchez non è che regali quelle perle di originalità, di realismo e di letteratura che in precedenza aveva elargito ai lettori. Crisi? Aggiungo: crisi sua o crisi mia? Non ho certezze, come vedete, ma solo tanti dubbi, che affiorano e che da un po’ di tempo a questa parte si sono fatti insistenti, inquietanti, opprimenti. E la cosa mi pesa, se non ne scrivo, con grande franchezza, come sono abituato a fare. Anche perché - a differenza di molti, schierati per interesse da una parte o dall’altra - non ho in ballo niente da tutelare, né il mio nome, né la mia credibilità, né un posto di potere, né una carriera costruita su menzogne e incantamenti.
In ogni caso, lontano da Cuba, ho riscoperto il cinema italiano del passato, le pellicole che ho sempre amato, mi sono dedicato a un’altra delle passioni della mia vita, la sola cosa che mi accomuna al grande Guillermo Cabrera Infante. E mi sono occupato della mia piccola Piombino, la mia città, riscoprendo la sua storia, le sue leggende, il suo passato. Sono andato alla ricerca del tempo perduto, consapevole che parte di questo tempo passa anche lungo le strade polverose di Cuba, nonostante tutto.

 
 
Gordiano Lupi
Direttore Editoriale
Il Foglio Letterario

martedì 22 novembre 2016

Almeno il pane, Fidel!




Almeno il pane, Fidel! - Cuba quotidiana, il periodo speciale, il potere a Raúl - Historica, 2016 - Pag. 250 - Euro 14.


Seconda edizione riveduta e ampliata di Almeno il pane Fidel!, guida alternativa alla Cuba turistica, da cartolina, che tanto piace al regime. Un libro che rappresenta una sincera analisi di un paese allo sbando che ha abbandonato da tempo il sogno della Rivoluzione Socialista, con un Fidel Castro ormai ridotto al ruolo di mummia da esporre in televisione. Il volume si apre con un reportage di viaggio datato 2005, l’ultimo prima che Gordiano Lupi venisse dichiarato dal regime persona non gradita, si avventura in una ricostruzione della storia cubana, traccia un quadro dei problemi quotidiani e racconta gli ultimi anni caratterizzati dalle riforme di Raúl Castro. Un capitolo finale scritto da Domenico Vecchioni dimostra come niente sia cambiato per il cubano medio nonostante un nuovo rapporto con gli Stati Uniti. Sono pochi gli elementi di novità per una Cuba che vorrebbe cambiare, per un popolo stanco, con il pensiero rivolto alla fuga, annichilito da cinquant’anni di dittatura, incapace persino di ribellarsi.

 

Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz: Machi di carta, Vita da jinetera, Cuba particular – Sesso all’Avana,  Adiós Fidel, Il mio nome è Che Guevara,  Mister Hyde all'Avana, Il canto di Natale di Fidel Castro, Caino contro Fidel – Guillermo Cabrera Infante, uno scrittore tra due isole. Lavori recenti di argomento cubano: Nero Tropicale, Cuba Magica – conversazioni con un santéro, Un’isola a passo di son - viaggio nel mondo della musica cubana, Orrori tropicali – storie di vudu, santeria e palo mayombe, Avana Killing, Mi Cuba, Sangue Habanero, Fame - Una terribile eredità, Fidel Castro – Biografia non autorizzata. Ha tradotto La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante, La patria è un’arancia di Felix Luis Viera, Fuori dal gioco di Heberto Padilla (2011), Il peso di un’isola di Virgilio Piñera, Hasta siempre Comandante - Opera poetica di Nicolas Guillén. I suoi romanzi Calcio e acciaio - dimenticare Piombino (Acar) e Miracolo a Piombino - Storia di Marco e di un gabbiano (Historica) sono stati presentati al Premio Strega.. Sito internet: www.infol.it/lupi - mail: lupi@infol.it.



IL VECCHIO STRILLO:


Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana nel periodo speciale – Pagine 192 - euro 10,00 – Stampa alternativa – Viterbo, 2006 (esaurito) 

Quella raccontata in questa anti-guida, non è la Cuba di cui parlano i cucador italiani a caccia di facili avventure erotiche, e nemmeno quella di cui parlano dai loro pulpiti i frequentatori delle stanze del potere e del comando castrista, da Gianni Minà fino a Diego Armando Maradona, fino ai marxisti nostrani da salotto televisivo. È invece Cuba quotidiana, quella del popolo che dovrebbe vivere con una manciata di dollari di stipendio al mese, mentre una lattina di Coca Cola (che, nonostante l’embargo, si trova a ogni angolo di strada) costa un dollaro. Una Cuba vera, reale, indispensabile da conoscere per chi davvero l’ama e intende visitarla, oppure già c’è stato. Gli argomenti: Il vero volto di Cuba - Appunti di viaggio (luglio 2005), I problemi quotidiani: La disillusione rivoluzionaria, La santería, più di una religione, La comida , Divertimenti e filosofia, La famiglia, I mezzi di trasporto e crisi energetica, La razza cubana, I rapporti tra sessi, L’omosessualità, La prostituzione, Le fughe, Le case cubane, La spiaggia, Il quotidiano, Giochi di strada, Le fiabe, Polizia e diritti umani, Superstizioni, La vita in campagna, La moda, La scuola, L’informazione. Intervista a una jinetera. Tra mito e realtà: La triste fine di Salvator Allende, Cuba libre? Solo una bevanda, Cuba si apre ai gay: l’ultima propaganda, Democrazia cubana e modello statunitense, La verità su Cuba, Notizie dalle carceri di Fidel Castro, Una Cuba post comunista, Fidel Castro tra cinema e realtà, Dissidenti e mistificazioni.


mercoledì 16 novembre 2016

Il nuovo Presidente (visto da Yoani)




Pure di Trump devo parlare
ché non ci fa mica molto onore,
rosso di pel si fa desiderare,
era meglio l'abbronzato di colore


Cuba penso mai sarà
una Trump priorità,
Raul ormai è fregato
un saluto gli ha mandato.


La mia paga stabilita
dove mai sarà finita?
Con Obama era sicura
mentre adesso sarà dura


pagarmi la pagnotta
mezza cruda e mezza cotta
mica sono una che suda
mica mangio carne cruda...


Trump qui tra noi cubani
mica è tanto popolare,
io non sporco le mie mani
con chi poi non può pagare.


Se al nuovo Presidente
di Cuba frega poco
la finisco col mio gioco:
se non paga scrivo niente!





 

Quel gran genio della blogger


 


Il discorso politico a Cuba s'è arenato

dice la blogger che m'aveva incastrato.

Intanto lei è in gita in Perù.

Come mai va fin laggiù?

 

Sì, viaggiare...

evitando le buche più dure

senza per questo cadere

nelle tue paure.

 

Quel gran genio della blogger

lei saprebbe cosa fare

con un telefonino in mano

fa miracoli!

 

Se ne andrebbe in Uruguay

forse in cerca di guai

dove adesso pare sia

la blogger della vita mia.

 

Lei si dice di sinistra

ma mica fidelista,

e non è contraddittoria

ribadisce senza noia.

 

Il discorso politico a Cuba s'è arenato.

Ma che me frega, tanto m'han pagato!

Adesso smaschero la dittatura

che non mi fa mica paura!

 

Viva la Repubblica del dinero,

vengo in Italia, almeno ci spero,

torno a scrivere sul giornale

se no finisce che mi sento male.

 

Adesso bevo un bel Pampero

e mi sogno un marinero

che mi porti via...

dove vuole la Cia.

 

lunedì 7 novembre 2016

Gaspar, El Lugareño: La diferencia (un poema de Félix Luis Viera)

Gaspar, El Lugareño: La diferencia (un poema de Félix Luis Viera): Nota: Cada lunes la poesía de  Félix Luis Viera.  Puedes leer todos sus textos, publicados en el blog,  en este enlace .  Traducción al ita...


NOME AUTORE
IL RIASSUNTO PER LA HOME PAGE METTILO QUI

METTI IL TUO TESTO QUI

mercoledì 12 ottobre 2016

Io non sono la Coop




Marcello Baraghini è l’ultimo grande editore italiano, nel senso che è uno che ci crede e che l’editore continua a farlo, pure in questo mondo marcio che tenta a ogni costo di convincerci che letteratura significa leggere Moccia, Volo, Camilleri, nani, ballerine, calciatori tatuati e deficienti patentati da un sistema che celebra il niente. Marcello Baraghini è uno che i suoi scrittori se li va a cercare, che inventa collane nuove, tipo dare voce agli analfabeti, alle tradizioni maremmane, che si fa venire delle idee come aprire una libreria a Pitigliano dove vende soltanto Stampa Alternativa. Fuori dal coro, con orgoglio. Non ha senso lottare contro l’industria del libro, contro editori sfornafenomeni a corto di idee. Non ha senso accettare il loro gioco. Ha un senso scrivere, invece, e continuare a pubblicare e a denunciare quel che non va come dovrebbe, come fa Alessandro Angeli, scrittore di talento, poco noto ai frequentatori dei supermercati del libro che una volta leggevano Baricco e ora si danno un tono sfogliando Ammaniti (una enne o due, il dubbio mi tormenta ancora). Io non sono la Coop – infelice epilogo di uno stagionale nel tritacarne della grande distribuzione è il diario di vita vissuta che un giovane scrittore alle prese con i meccanismi di un lavoro alienante redige punto per punto, senza fare sconti a nessuno. Il marxismo è morto, certo, ha fallito in tutto e per tutto, ma certe cose contro cui Marx lottava sono ancora vive e purtroppo hanno vinto loro: l’alienazione, per esempio, un lavoro spersonalizzante che ti ruba l’anima. Il protagonista vorrebbe fare lo scrittore, nonostante tutto resta uno scrittore, ma è costretto a passare abbrutenti giornate alle prese con codici a barre da far scorre sopra un lettore ottico, oppure a disporre casse di ortaggi nel reparto ortofrutta. Angeli traccia un quadro sconfortante di quel che siamo diventati, consumatori e niente più, uomini e donne a caccia del prodotto reclamizzato, in fila con sempre meno tempo e pervasi da dosi massicce di stress. La storia, scritta con buon ritmo, incalzante al punto giusto, alterna momenti di lavoro al supermercato, istanti passati in famiglia, giornate da libraio ambulante nei mercatini di paese, un imminente matrimonio e la voglia liberatoria di scrivere, in fondo la sola cosa che conta, secondo l’autore. Un libro intriso di sangue, del sangue versato dalle ferite della vita, contro la narrativa senza sangue che impera nel nostro mondo letterario contemporaneo, contro i gialli del cazzo - tanto poi ci fanno un film o una serie televisiva - e i romanzi a base di serial killer, contro le storie sentimentali che non ti lasciano niente, solo un senso di sconforto. Termino la lettura di questo libro e sento che dentro mi è rimasto qualcosa che si cancellerà difficilmente, come dopo aver letto un romanzo di Bianciardi, Cassola, Pavese. Ecco come si riconosce la letteratura, mi dico. Il problema è che editori criminali ci stanno togliendo il gusto di leggere, dando in pasto al pubblico dei non lettori dei prodotti che sono dei non libri. E noi che amiamo leggere dobbiamo rassegnarci a cercare nei cataloghi dei piccoli editori che ancora hanno il coraggio di narrare le ferite che dispensa la vita. Grande Marcello Barghini. Spero solo di aver imparato qualcosa da un simile Maestro. E bravo Angeli che deve continuare a scrivere. Deve farlo per noi.

Alessandro Angeli
Io non sono la Coop
Le Stradebianche di Stampalternativa
Almeno 5 euro – pag. 86

giovedì 6 ottobre 2016

Per l'ampio fiume...

di Nicolas Guillén



Per l'ampio fiume,
per la bassa marea,
Sapito e Sapon
sono andati a giocare.

In una barchetta
d'argento e cristallo,
ieri di sera
li han visti passare
con Pedro Gorgojo,
con Pancho Pulgar,
con Juan Ropavieja
e Aurora Boreal.
Che dolce era il vento,
che azzurro era il mare,
che bianche le nubi
nel lento vagare,
che allegre le isole
di rosso corallo!

Per l'ampio fiume,
per la bassa marea,
Sapito e Sapon
sono andati a giocare.


da Por el Mar de las Antillas anda un barco de papel (1977)
traduzione di Gordiano Lupi

mercoledì 5 ottobre 2016

Elena Ferrante non mi fa dormire

 
In questo mondo letterario poche cose sono capaci di togliermi il sonno quanto l'identità di Elena Ferrante, autrice di un sacco di libri che per fortuna mi sono guardato bene dal leggere dopo che la sua ineffabile casa editrice mi aveva persino regalato il primo, scopo recensione. L'amore molesto, mi pare si chiamasse, ma mi potrei pure sbagliare, ché io leggo ancora Cassola e Pavese, sono un tantino fuori moda. E invece in questo mondo letterario che mi tocca di frequentare pure se ne farei volentieri a meno, si fanno persino le inchieste per scoprire la vera identità di Elena Ferrante. I giornalisti ci riempiono le pagine - domineddio! - come se a qualcuno importasse davvero qualcosa, a parte l'editore (per tacer dell'autore/autrice) che rimpingua il conto in banca e ci prende tutti per il sedere. Anita Raja, moglie di Domenico Starnone (scrittore parecchio bravo, dobbiamo dirlo) sarebbe Elena Ferrante, pare abbia aperto un account su Twitter per comunicarlo al mondo, ma sembra che tra poco lo chiuderà. E magari è falso come una moneta da tre pesos, di quelle che a Cuba vendono ai turisti perché c'è il volto di Che Guevara, ma non importa, tutto fa spettacolo. Il fatto quotidiano si butta a capofitto sulla notizia, Michela Murgia s'indigna (pure i suoi libri chi li ha mai letti?), dalla colonne austere d'un giornale italiano con il nome inglese, e io me ne disinteresso, dal divano di casa mia, dove sprofondo nella lettura di Fausto e Anna e dopo passerò a Paura e tristezza, per tacer di Lavorare stanca e Paesi tuoi. Il Time ha detto che Elena Ferrante è tra le 100 persone più influenti al mondo, insieme a Yoani Sanchez. Ecco, già questo basterebbe a farmene disinteressare, ché di sciocchezze pure il Time ne dice. Il mio problema resta quello di dormire la notte, mentre nel frattempo i giornalisti dipanano il mistero. (Gordiano Lupi)

domenica 25 settembre 2016

Miracolo a Piombino premiato!

 
Primo Premio NARRATIVA EDITA:
Miracolo a Piombino - Storia di Marco e di un gabbiano (Historica, 2015)
Il diploma

martedì 20 settembre 2016

Miracolo a Piombino premiato a Massa

 
Sono contento di comunicare che Miracolo a Piombino - Storia di Marco e di un gabbiano, Historica Edizioni (di Francesco Giubilei) ha vinto la Sezione "Narrativa" del Premio Letterario Europeo "Massa città fiabesca di mare e di marmo". Un libro che è piaciuto a Pupi Avati e che parla di Piombino. Di seguito il comunicato del Premio. Quarta Sezione D) - Libro di Narrativa edito (pubblicato negli ultimi dieci anni). Vince il primo premio di € 500 donati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara Gordiano Gordiano Lupi (Piombino LI) con l’Opera “Miracolo a Piombino” (Historica edizioni). Inoltre pergamena-ricordo, pregiata bottiglia di vino di Candia.



Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

giovedì 15 settembre 2016

Gaspar, El Lugareño: Un Poema de Félix Luis Viera

Gaspar, El Lugareño: Un Poema de Félix Luis Viera: Nota: Cada lunes la poesía de  Félix Luis Viera.  Puedes leer todos sus textos, publicados en el blog,  en este enlace .  Traducción al ita...



https://www.amazon.it/patria-unarancia-F%C3%A9lix-Luis-Viera-ebook/dp/B00Z8MB9UA

domenica 11 settembre 2016

Impressioni cretesi


Mare di sabbia e sassi. Scogliere e arenile, piccolo golfo d’un’isola dove soffia il vento polveroso della storia. Palme nane mediterranee, piccoli lecci, abeti di mare e piante grasse. Vegetazione da terra arida bruciata dal sole. Ficus Beniamino alto e svettante, banani imponenti, fichi, olivi, iris dai fiori rosso fuoco, che a Cuba ho sentito chiamare Mar Pacifico, rocce rupestri riarse, montagne e altopiani da spaghetti-western, pure se qui li chiamerebbero feta-western. Paesaggio troppo simile al luogo natio per renderlo straniero ai tuoi occhi, luogo trove trovare consonanze più che dissonanze. Casa sul mare, terrazza affacciata tra tamerici salmastre e arse, pitosfori, oleandri e barba di Giove. Larici, conifere di mare, non pini marittimi, ma un modo cretese d’esser tali. E il fico degli ottentotti non ancora fiorito, forse ormai sfiorito, bruciato dal sole, confuso dal vento. Piccola strada notturna tra venditori di mare, i soliti cinesi, identici kebabbari, luogo dei luoghi del mondo, e mercanti che vendono Creta ai turisti formato ricordo. I viburni fioriti, come farfalle crepuscolari, il profumo intenso del mare sospinto dai venti del Peloponneso. Isola tra le isole che ricorda la mia penisola affacciata su un’isola.
Siamo uomini fatti e finiti, ormai, e abbiamo tutti moglie, macchina, figli che studiano al liceo, al professionale, al tecnico, e stanno tentando di costruirsi un avvenire, mentre frequentano le spiagge a est e a ovest della città, secondo il corso dei venti. Siamo uomini fatti e finiti e cominciamo a ingrassare e ad avere calvizie, pancetta, corpi flaccidi, a usare occhiali per leggere e per vedere da lontano, a sentire malesseri dopo aver mangiato e bevuto, mentre spunta sulla nostra pelle qualche grinza, qualche solco rugoso.
“L’amore? Un bicchier d’acqua. Vuotato il bicchiere finito tutto”. No, non è mia, ma di Elias Canetti. Pure perché non è il mio pensiero, non riesco a farlo mio. Potrà valere per qualche rapido amore che non sia tale, tra uomo e donna, potrà valere per l’illusione d’amore. Ci sono coppe che non si svuotano, pozzi di San Patrizio interminabili. Non solo. C’è l’amore per un figlio, l’amore per la propria terra, l’amore per chi ti ha dato la vita e cresciuto. Certo, il misero amore basato sul rapporto sessuale è destinato a diventare un bicchiere vuoto, una volta esaurito il liquido che l’alimentava è impossibile riempirlo.
Avrei dovuto essere ungherese, credo. Per questa mia strana predilezione per la nostalgia, per un passato che non può tornare, per l’autocommiserazione che mi pervade nelle cose che scrivo. Il mio solo obiettivo è quello di osservare le foto del passato, istantanee ideali o reali non importa, e ritrovare uno solo di quei giorni, proprio com’era, di ritrovare me stesso al punto di partenza e rimettere tutto in ordine, partendo da errori che non vorrei ripetere. Che dire? Erano valige troppo pesanti per quegli anni, forse. Nei miei anni perduti vigeva la buona abitudine di passare i pomeriggi giocando a pallone nei cortili, nei giardini e negli oratori di quartiere. E una cosa il calcio e la vita hanno in comune: le cose non vanno mai come uno spera che vadano…
Il ritorno a casa. L’aria ferma, come succede spesso a Piombino d’estate, un mondo immobile di silenzi e sospiri. Pensare di nuovo a quel treno che va, tra il mare e la polvere di carbone, nella triste campagna assolata del mio promontorio, tra filari di viti e tamerici contornate da oleandri, a ritrovare amici perduti, certe strade abbandonate nella memoria e a quel bar all’angolo del corso dove facevano il caffè buono. Un posto perduto, come il mio tempo che scorre, sabbia impalpabile tra dita leggere. Un bar di cui resta una storica insegna: Nazionale, dove ormai non senti odore di caffè, ché vendono vestiti, come restano insegne Supercinema e Sempione, altari abbattuti, sacrificati al tempo che passa, alle mode che cambiano. E non è più tempo di cinema…

lunedì 22 agosto 2016

Serata Premio Strega a Piombino

I miei libri da spiaggia


Capita che un giorno ti rompi i coglioni di scrivere marchette e copiare comunicati stampa, ché io lo faccio poco ma ogni tanto accade. Capita che un giorno ne hai le palle piene di Camilleri, Malvaldi, Moccia, Volo e scrittori di successo di cui non rimarrà neppure l’ombra, a parte il loro conto in banca. Capita che un giorno ti prende la voglia di dire che tu in spiaggia sotto l’ombrellone non ci porti un giallo con il commissario panzone come da italica tradizione (scusate la rima). Capita che ogni tanto rileggi Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura e t’accorgi che non è servito a niente, è cambiato qualche nome ma la sostanza resta. E allora io resto controtendenza e me ne sbatto, se volete seguire i consigli e leggere letteratura son qui che vi dico cosa merita leggere, se volete ciucciarvi un fantasy alla moda o una cazzata televisiva, fate pure, d’altra parte siamo in un paese libero. E se liberalizzano la marijuana non possiamo certo proibire Moccia, ché gli effetti sul cervello sono simili, credo.


La mia estate sotto l’ombrellone è cominciata con Nicolas Guillén in lingua originale, opera omnia, ché lo sto traducendo, poesia dopo poesia, senza nessuno che finanzi l’insana passione. Il libro non lo trovate, ché io l’ho comprato all’Avana quando ancora ci potevo andare, a due dollari sopra una bancarella, magari aspettate che esca la mia traduzione, intanto fatevi un giro in rete che Tengo e altre cose già le ho diffuse. Guillén è il poeta della Rivoluzione Cubana, dell’epica dei barbudos, di Che Guevara, Fidel, ma anche di un popolo in lotta contro lo sfruttamento, della ribellione dei neri contro il razzismo, persino poeta giocoso per bambini di tante filastrocche e tenero poeta d’amore quando smette i panni del combattente. 


Passando all’Italia ho riscoperto Tommaso Landolfi e Il mar delle blatte, grazie alla mitica Adelphi, ma mica solo quello che già lo conoscevo dai tempi del liceo. No, ho scoperto lo scrittore ironico de La passeggiata che si prende gioco dei critici dimostrando che non conoscono la lingua italiana e scambiano per idioma inventato quel che è soltanto desueto. Landolfi straordinario narratore di fantastico e surreale, ma anche autobiografico letterato che ci parla dei propri affari ed è capace di coinvolgere il lettore nel dramma di un misantropo alle prese con un premio letterario o con la separazione dalla moglie in una casa troppo vuota, dove ha per compagno solo un porcellino di terra



E che dire di Azzurro tenebra del grande Giovanni Arpino? Riletto a distanza di quarant’anni conserva identico fascino letterario, descrivendo l’epopea d’una sconfitta con toni da tragedia e costruendo personaggi mirabili in una Germania fredda e ostile. Il calcio come metafora della vita, dialoghi mirabili, descrizioni fantastiche, pagine indimenticabili per raccontare azioni di undici calciatori, dimostrando come si possa creare letteratura persino da un evento sportivo. Non lo so mica se lo trovate, magari su una bancarella dell’usato ci sarà, io ho il mio vecchio libro ingiallito del 1977, Einaudi editore. 

Dulcis in fundo Carlo Coccioli, pure lui poco letto, a vantaggio del niente, della spazzatura fatta segni su carta, di libri che non valgono un bel fumetto di Cavazzano o di Pratt, passando per Crepax e Manara. Il cielo e la terra, vecchia edizione Rusconi, racconta le gesta di un prete in odor di santità che compie miracoli ma non riesce a salvare dal suicidio un giovane omosessuale. Un prete ossessionato dalla sua colpa per tutta la vita, che cerca di amare Dio negli uomini, nei più umili e diseredati. Un prete che finisce per farsi fucilare dai tedeschi salvando vite umane e che non vorrebbe vedere altri morti sulla sua strada. 


Letteratura allo stato puro, un piccolo capolavoro, uno di quei libri capaci di cambiarti la vita. Non un romanzetto confezionato a uso e consumo della prossima fiction televisiva che nessuno legge ma tutti guardano perché c’è l’attore bello e famoso come personaggio principale. Ecco la mia estate letteraria, tra incazzature consuete di fenomeni letterari così poco fenomeni e riscoperte di autori veri. Una sola consolazione: l’opera omnia di Coccioli viene ripubblicata da Piccolo karma, un editore che si pone come obiettivo la conoscenza di un grande scrittore livornese. Un altro venditore di gelati al polo. Ma di questi tempi ne abbiamo un gran bisogno.

http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=carlo+coccioli

Gordiano Lupi

martedì 14 giugno 2016

Aviso sobre cierta mujer


Aviso sobre cierta mujer

di Félix Luis Viera

 

Va por ahí, camina
por las aceras lentamente,
con la cabeza baja, o
si la lleva en alto
con la vista perdida.
Su tema preferido
serán las flores, que
según teorizará,
son más bonitas cuando se toman
subrepticiamente.
Regalará flor de todo tipo. Comparará
a los pinos
—por su altura y rectitud y también
por la firmeza alargada de sus hojas—
con la Verdad.
Dirá que la vida es poesía y que la
Poesía
es la vida. No
se las dará
de buena lectora, ni
de erudita, ni de capaz
de ejercer el ejercicio del criterio,
pero
vibrará con un poema
como la prima cuerda tocada por
Brower
y llorará de emoción al leerlo o escucharlo,
porque
su yo
su ser, toda su vida en ese
momento —así
más o menos dirá— se estremecen
como si en cada vena
le hubiera nacido una llama. A
tal punto
llegará su palpitar
que, tomando en cuenta
su autoproclamada limitación
intelectual
en contraste
con su eclosión inacabable ante
la contemplación de la belleza, fácilmente
podrá ser comparada con el gran
amor de Goethe, aquel
“pequeño ser natural”.
 
 

Y ya desnuda se verá
que es exacta
a esas mujeres de piel bronceada, senos
más bien pequeños y macizos y
enhiestos (y como si esto fuera poco,
hipersensibles), cintura,
estrecha, anchas
y simétricas caderas, nalgas igual, pubis
frondoso y oscuro como las noches
de las novelas de misterio, muslos
y piernas tan justos en su tono ascendente
que se parecen al uno dos tres. O sea,
exacta a ese tipo de mujer
tan descrito en los poemas eróticos
de los poetas latinos.
Y ya fornicando
se verá que es desaforada, pródiga
en beneficios sin dudas consecuencia
de una notable y candorosa imaginación.
Así que, tomando en cuenta
tanto crepitar de la carne
en espíritu tan
sensible, tan
hierático casi, tan dado
a los goces del alma, es fácil
concluir
que al fin se ha hallado
a la escasísima mujer pretendida
por miles de millones, ésa
donde
en una sola se mezclan
un alma de 4 000 kilómetros de altura
con la feroz y nobilísima pasión
de un sexo hipertelúrico, sexo
tan ingenuo
como el de un animalito que lo hace
sólo porque así debe ser.

Por pudor no digo su nombre. Baste
con estas señas.
Poetas y otros varones sensibles,
cuídense, hijitos.
 

 Marzo de 1986

 
Avvertimento riguardo a una certa donna
Traduzione di Gordiano Lupi 

Incede, cammina
lungo i marciapiedi lentamente,
a testa bassa, ma
quando la solleva
ha lo sguardo perso.
Il suo argomento preferito
sono i fiori, che 
          secondo la sua teoria,
sono più buoni quando si prendono 
         di nascosto.
Regalerà fiori di ogni tipo. Paragonerà
         i pini
- per la loro altezza, integrità e anche 
per la stabilità allungata delle loro foglie - 
        con la Verità.
Dirà che la vita è poesia e che la 
         Poesia
è la vita. Non 
si darà arie
da buona lettrice, né
da erudita, non dirà di avere
capacità critica, 
      ma
vibrerà con una poesia
come la prima corda toccata da 
         Brower
e piangerà d’emozione leggendolo o ascoltandolo,
        perché
        il suo io
il suo essere, tutta la sua vita in quel 
         momento - così
più o meno dirà - si commuovono 
come se da ogni vena
scaturisse una fiamma.  A
        tal punto
giungerà il suo palpitare 
che, considerando
i suoi autoproclamati limiti 
        intellettuali
       in contrasto
con la sua apertura inarrestabile davanti 
alla contemplazione della bellezza, facilmente
potrà essere paragonata  con il grande 
         amore di Goethe, quel
“piccolo essere naturale”. 
 

E ormai nuda si vedrà 
che è identica
a quelle donne con la pelle bronzea, seni
sicuramente piccoli, sodi e 
dritti (e come se fosse poco,
ipersensibili), vita
        stretta, larghi
e simmetrici fianchi, come le natiche, pube 
frondoso e oscuro come le notti
dei romanzi del mistero, cosce 
e gambe così perfette nel loro tono ascendente
da sembrare l’uno due tre . Quindi,
identica a quel tipo di donna
ben descritto nelle poesie erotiche 
          dei poeti latini. 
Nell’atto di fornicare
si mostrerà eccessiva, prodiga
in benefici senza dubbio conseguenza 
d’una notevole e candida immaginazione.
Così che, considerando
tanta passione della carne
          in uno spirito così
sensibile, così
ieratico quasi, così dedito
ai piaceri dell’anima, è facile
         concludere
che alla fine abbiamo incontrato 
il raro esemplare di donna bramato
da milioni di uomini, quella 
        dove
in un solo corpo si fondono
un’anima di 4.000 chilometri di altezza 
con la crudele e nobilissima passione 
d’un sesso iperattivo, un sesso
        così ingenuo
come quello di un animaletto che lo pratica  

solo perché così dev’essere.
 

Per pudore non dico il suo nome. Bastano
       questi indizi.
Poeti e altri maschi sensibili, 
abbiate cura di voi, figli miei.  

Marzo 1986

 De Poemas de amor y de olvido (1993) - Poesie d’amore e d’oblio

con  alcune lievi modifiche dall’originale

-         Libro che ho tradotto integrale -