In questo mondo letterario poche cose sono capaci di togliermi il sonno
quanto l'identità di Elena Ferrante, autrice di un sacco di libri che per
fortuna mi sono guardato bene dal leggere dopo che la sua ineffabile casa
editrice mi aveva persino regalato il primo, scopo recensione. L'amore
molesto, mi pare si chiamasse, ma mi potrei pure sbagliare, ché io leggo
ancora Cassola e Pavese, sono un tantino fuori moda. E invece in questo mondo
letterario che mi tocca di frequentare pure se ne farei volentieri a meno, si
fanno persino le inchieste per scoprire la vera identità di Elena Ferrante.
I giornalisti ci riempiono le pagine - domineddio! - come se a
qualcuno importasse davvero qualcosa, a parte l'editore (per tacer
dell'autore/autrice) che rimpingua il conto in banca e ci prende tutti
per il sedere. Anita Raja, moglie di Domenico Starnone (scrittore parecchio bravo, dobbiamo
dirlo) sarebbe Elena Ferrante, pare abbia aperto un account su Twitter per comunicarlo al
mondo, ma sembra che tra poco lo chiuderà. E magari è falso come una moneta da
tre pesos, di quelle che a Cuba vendono ai turisti perché c'è il volto di Che
Guevara, ma non importa, tutto fa spettacolo. Il fatto quotidiano si
butta a capofitto sulla notizia, Michela Murgia s'indigna (pure i suoi libri chi li ha mai letti?),
dalla colonne austere d'un giornale italiano con il nome inglese, e io me ne
disinteresso, dal divano di casa mia, dove sprofondo nella lettura di
Fausto e Anna e dopo passerò a Paura e tristezza, per tacer di
Lavorare stanca e Paesi tuoi. Il Time ha detto che Elena
Ferrante è tra le 100 persone più influenti al mondo, insieme a Yoani Sanchez. Ecco, già
questo basterebbe a farmene disinteressare, ché di sciocchezze pure il Time ne dice. Il mio
problema resta quello di dormire la notte, mentre nel frattempo i
giornalisti dipanano il mistero. (Gordiano Lupi)
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