venerdì 22 maggio 2015

Un anno di 14ymedio


Il quotidiano online 14ymedio, fondato dalla blogger cubana Yoani Sánchez, compie un anno. Per Internazionale questa è una notizia, in fondo anche per noi, altrimenti non avremmo letto e commentato. Scrive il mensile diretto da Giovanni De Mauro: “Fin dal primo giorno, l’accesso al sito dall’isola di Cuba è stato bloccato, con la giustificazione che era finanziato interamente con fondi provenienti dall’estero. Secondo il quotidiano nazionale Granma, l’obiettivo del sito è sempre stato quello di alimentare le campagne di disinformazione e diffamazione contro Cuba. In un editoriale pubblicato oggi dal titolo  Un anno, nonostante la censura, i redattori del giornale hanno scritto di essere soddisfatti di aver fatto informazione senza scendere a compromessi. La più grande soddisfazione che abbiamo sperimentato in questo primo anno di lavoro è stata quella di informare tutti i giorni, e farlo con la nostra voce, con indipendenza di giudizio, senza scendere a compromessi con terzi e avendo resistito alla censura tecnologica, hanno scritto. Il sito 14ymedio è interamente finanziato da investitori privati, per lo più residenti in Europa”.


A questo punto della commedia viene spontaneo chiedersi a chi serva un simile periodico on line, se proprio ieri mi hanno scritto le Damas de Blanco, confessando che il loro messaggio partiva dall’Ufficio di Interessi USA e aggiungendo - con enfasi - che tra breve diventerà l’ambasciata di tutti i cubani. Ecco, se ho un peccato da confessare, è quello di essere stato tanto sciocco e credulone da cadere nella rete di personaggi così squallidi. Le Damas de Blanco cubane, appoggiate da Yoani Sánchez e dal suo giornale, hanno sempre scritto i loro proclami dall’Ufficio di Interessi USA, vera e proprio quartier generale. Ma adesso che a Cuba tutto sta cambiando e che i rapporti con gli Stati Uniti vanno verso una logica normalizzazione, questa gente a chi serve? Perché continuare a sovvenzionare le Damas de Blanco e il giornale della Sánchez? Questa è la vera domanda che necessita urgente risposta, non certo celebrare un anno di vita di un giornale inutile. Da parte mia resto un uomo senza certezze. So solo che presunti giornalisti come Yoani Sánchez e il suo gruppo non hanno niente a che spartire con gli ideali di libertà e di uguaglianza, ma sono soltanto a caccia di visibilità e denaro. Scoraggiamo sovvenzioni finalizzate a ingigantire un ego smisurato. Se dobbiamo aiutare i cubani, rivolgiamoci al popolo non a chi parla e rappresenta solo se stesso. 

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