venerdì 7 gennaio 2011

A Cuba sono tutti prigionieri politici


Yoani Sánchez ha detto che nonostante le recenti scarcerazioni di prigionieri politici, "la struttura represiva, la presunta legalità che zittisce, imbavaglia e reprime a Cuba è più forte di prima".
Secondo la nota blogger, se dipendesse soltanto da Raúl Castro il modello per la Cuba del futuro sarebbe simile a quello cinese, con totale libertà di produrre ma molte restrizioni in tema di libertà di espresione e di libertà politiche individuali.
Tuttavia, ha concluso che "il desiderio di cambiamento e le frustrazioni vissute sulla propria pelle da molte persone possono spingere gli eventi in altra direzione", e la situazione "potrebbe scappare di mano al governo".
Non ci auguriamo conflitti sociali nè situazioni violente a Cuba, ma la speranza è che i settori più lungimiranti del governo e i componenti più disponibili al cambiamento del PCC si rendano conto delle difficoltà crescenti in cui versa la popolazione dell'isola.

Gordiano Lupi

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