domenica 20 marzo 2011

A Piombino si omaggia la dittatura cubana



Apprendo da Granma Internazionale che l’ambasciatrice cubana Milagros Carina Soto è stata ricevuta sabato 12 marzo - con tutti gli onori - a Piombino. Vivo a Piombino, ma per fortuna la frequento poco, visto lo squallido livello di simili manifestazioni. Forse chi le organizza non si rende neppure conto dell’offesa perpetrata ai danni di milioni di cubani che fuggono da un sistema dittatoriale.

Alla diplomatica cubana è stata addirittura concessa la Sala Consiliare per un dibattuto dal titolo: “Da Cuba alla Rivoluzione Bolivariana: un’America Latina cambiata… un altro mondo è possibile?”. La manifestazione è stata promossa dai gruppi consiliari della Val di Cornia (provincia di Livorno) del Partito della Rifondazione Comunista, con le adesioni del gruppo autonomo Amici di Cuba “Italo Calvino”, ARCI, ANPI, CSIAM , FIOM CGIL. Leggo ancora su Granma: “Dopo l’intervento della diplomatica, hanno preso la parola i rappresentanti delle associazioni aderenti all’iniziativa, dal responsabile nazionale esteri del Partito della Rifondazione Comunista (Fabio Amato), ai rappresentanti del gruppo Amici di Cuba (Francesca Pennati) e del Centro di Solidarietà Internazionalista (Gianluca Quaglierini) fino ad arrivare all’esperto di diritti umani nel mondo avv. Fabrizio Callaioli. I temi affrontati sono stati molteplici: dai cambiamenti economici in Cuba, alle relazioni nell’ALBA, all’America Latina in generale e numerosi sono stati gli interventi del pubblico. A conclusione dell’iniziativa l’ambasciatrice Carina Soto si è recata a rendere omaggio al gonfalone della città di Piombino, medaglia d’oro della Resistenza e alla bandiera partigiana della Brigata Garibaldi. La serata si conclusa con una cena sociale nella struttura del PRC, e quando l’ambasciatrice di Cuba è arrivata in sede c’erano una cinquantina di compagni ad attenderla con un applauso scrosciante”.

Fin qui la notizia come la riportano i mezzi di informazione cubani. Ma la vera notizia è che a Piombino il muro di Berlino non è mai caduto, che i diritti umani sono un’opinione, che si calpestano le vittime di un regime oppressivo e liberticida. Qualcuno ha mai detto alla maggioranza che regge il Comune di Piombino che a Cuba mancano libertà di stampa, di parola, di movimento, di associazione e di pensiero? Non parliamo di libertà economiche, che sono una pura follia, nonostante i cambiamenti cosmetici che Raúl Castro sta impostando. A Cuba se una persona vuole uscire dal paese per recarsi all’estero deve fare richiesta al governo, che a suo insindacabile giudizio autorizza o nega la partenza. A Cuba ci sono prigionieri politici in carcere, anche se molti li stanno liberando, ma la maggior parte sono costretti ad andare in esilio. A Cuba ci sono trasmissioni televisive fatte solo per contrastare i dissidenti e per far credere che sono comprati da potenze straniere. A Cuba parla solo il governo, tutti gli altri ascoltano e devono ubbidire. A Cuba si sostiene Gheddafi come amico della dittatura. A Cuba si fa di tutto per ostacolare l’opera di Yoani Sánchez e dei giovani blogger indipendenti che cercano di dare spazio alle nuove idee.

Piombino concede la Sala Consiliare a una squallida iniziativa e mi fa vergognare di essere piombinese. Piombino schiaffeggia la memoria dei morti nello stretto della Florida, persone divorate dagli squali e dalle tempeste per sfuggire alla dittatura. Piombino oltraggia la memoria della Primavera Nera del 2003, pure se la maggioranza che regge il nostro Comune non saprà neppure di cosa stiamo parlando. Era il caso di organizzare una manifestazione filogovernativa con l’ambasciatrice cubana proprio nei giorni in cui cadeva l’anniversario dell’ondata repressiva contro la dissidenza?

Piombino è uno dei pochi luoghi italiani dove si difende il vecchio regime morente invece di incoraggiare il cambiamento cubano portato avanti da Yoani Sánchez e dai giovani blogger. La notizia mi rattrista. Sono nato in questo paese e ho scelto di continuare a viverci, ma per rispetto ai cubani che soffrono dico che provo molta pena per quello che è accaduto.



Gordiano Lupi

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