Alla ricerca della Piombino perduta - Il Foglio, 2012 - Pag. 180 - euro 15,00
Alla ricerca della Piombino - perduta, parafrasa
il titolo del capolavoro di Marcel Proust, anche se le ambizioni sono di ben
altra portata. L’autore va alla ricerca di piazze strade, luoghi e personaggi
d’una città che cambia, tuffandosi in un viaggio nel passato fatto di nostalgie
e di ricordi. L’ora di Barga di Giovanni Pascoli è la migliore introduzione
possibile per un percorso a ritroso nel tempo che diventa un viaggio nella
memoria collettiva di una città di provincia. Piombino come cartina di
tornasole di un’Italia che cambia, di una provincia toscana che modifica
abitudini e modo di vivere. La prima parte, Piombino ieri e oggi, vi porterà a
riscoprire la spiaggia di Salivoli, il Canaletto, i Macelli, Sotto Bernardini,
piazza Dante, Baratti, Perelli, corso Italia, lo stadio Magona, il cinema
Sempione, il Supercinema, il Circolino delle Acciaierie, il campino degli
ulivi, Calamoresca, punta Falcone, Marina, il campino Marrone e il bar
Pellegrini. La seconda parte, Mal d’Africa, racconta in forma romanzata la vita
avventurosa del più grande scrittore piombinese del Novecento: Aldo Zelli, un
maestro della narrativa per ragazzi. In una breccia, allo smorir del cielo,/
vidi un fanciullo pallido e dimesso./ Il fior caduto ravvisò lo stelo;/ io nel
fanciullo ravvisai me stesso…/ (Giovanni Pascoli).
Duecento copie vendute in poco più di una settimana hanno sancito il successo del nuovo libro di Gordiano Lupi “Alla ricerca della Piombino perduta” (edizioni Il Foglio), dedicato a personaggi e luoghi di quella parte della città che non esiste più (più una parte, “Mal d'Africa”, completamente dedicata allo scrittore Aldo Zelli). Il volume esce ora in una nuova edizione corredata, in appendice, da un interessante apparato fotografico, “Piombino oggi”, trenta foto del piombinese Andrea Frediani dedicate ad alcuni tra gli angoli più suggestivi della città. «Le foto – spiega Lupi – sono in bianco e nero. Si tratta di immagini molto poetiche, che ritraggono la città da un punto di vista particolare, come la ferrovia di Portovecchio, incrocio perfetto tra degrado e bellezza. E' stato difficile scegliere tra tutte quelle che Frediani mi ha messo a disposizione». (Il Tirreno, 3 ottobre 2012)
Nessun commento:
Posta un commento