di Yoani Sanchez
da www.lastampa.it/generaciony
Noel rimette in sesto le pale di un ventilatore. Ha il
suo piccolo laboratorio in un porticato del quartiere Cerro. Ripara ferri da
stiro elettrici, frullatori, rimette a nuovo i motori obsoleti e quando capita
anche le pentole per cuocere il riso e gli scaldabagni. Non è un lavoro che fa
guadagnare molto. Parte dei clienti gli chiedono servizi a credito e dopo non
si fanno più vedere; altri vogliono pagare a rate ma non finiscono di pagare.
Tuttavia, oltre a un minimo sostentamento, quel lavoro procura a Noel
un’esperienza unica. Ogni giorno, si trova a contatto con la gente, con molta
gente. Parla, discute, gli raccontano cosa hanno trasmesso i programmi ripetuti
dall’antenna parabolica illegale, soprattutto ascolta, apre gli orecchi e sente
quel che gli dicono. Per questo motivo nella sua piccola stanza piena di grasso
e cavi si è trasformato in un interprete di opinioni, in un leader nato,
apprezzato per le sue capacità e rispettato per le sue parole.
Cuba è piena di gente come Noel, anonima, semplice,
che conosce la realtà a un livello che nessun ministro potrebbe eguagliare, neppure
ricorrendo ai consulenti più competenti. Persone che non si vedono sugli
schermi televisivi e non sono un numero nelle parate, ma possiedono il carisma
naturale e il giusto collegamento con la popolazione per guidare i cambiamenti.
Per il momento conosciamo solo le persone con le quali cui abbiamo interagito e
che abbiamo incontrato personalmente, ma sono molte di più. Non redigeranno mai
un piattaforma politica, ma conoscono a menadito i problemi più urgenti che
riguardano la nostra società. Non firmeranno una richiesta per esigere
miglioramenti sul tema dei diritti umani, non apriranno un blog, non praticheranno
il giornalismo indipendente o la giurisprudenza autonoma. La parola “attivista”
li spaventa e chiamarli oppositori metterebbe fine alla vita che conducono
adesso. Sono - senza bisogno di dirlo - tutto questo e molto di più. Sono
cittadini coscienziosi, che hanno a cuore la situazione del loro paese.
Il futuro della nostra nazione sarà condizionato da
cubani come questi. Vedremo arrivare alla sfera pubblica tante persone che oggi
si trovano tra un ufficio e un laboratorio, davanti a un’aula o intenti a
riempire moduli in qualche amministrazione statale. Quando capiranno che sarà
possibile esprimere pubblicamente le loro opinioni, verranno fuori da ogni
parte. Quando decideranno di fare quel passo sarà importante che non trovino diffidenza
né volontà polemica, ma soltanto il nostro abbraccio. Perché mentre Noel ripara
una pala rotta di un ventilatore, io sento che un giorno avrà anche la capacità
di unire i pezzi divisi e in frantumi della nostra realtà. Metterà la stessa
attenzione con cui attacca il materiale plastico e prepara il motore nella
leadership sociale che domani potrà esibire.
Traduzione
di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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