Bruno Mattei - L’ultimo artigiano - di Gordiano Lupi e Ivan Gazzarrini - contributi di Fabio Marangoni e Matteo Mancini - Pag. 170 – euro 14 - Il Foglio Letterario Edizioni
Bruno Mattei è stato per anni l’ultimo artigiano,
un sopravvissuto, un regista che è andato oltre la crisi del cinema di genere.
Mattei non si cura della scomparsa delle sale di terza visione, supera la fine
delle salette a luci rosse, evita la televisione e continua a fare il cinema di
genere che ama. Usa il digitale e i nuovi ritrovati della tecnica, produce film
d’azione, cannibalici, horror, tonaca movie, women in prison. Merita di essere
ricordato, pure se molti dei suoi film non sono capolavori: spesso tirati via,
sceneggiati con disinvoltura, montati con lentezza, girati in pochi giorni e
con mezzi insufficienti. Bruno Mattei è molto attivo nei generi nazi erotico
(Casa privata per SS – 1977, K.Z 9 lager di sterminio – 1977), mondo movie
(Le notti porno nel mondo – 1977), erotico (Emanuelle e le porno notti – 1978, Cuginetta… amore mio! – 1976,
Cicciolina, amore mio! – 1979, Sexual aberration - 1979), tonaca
movie (La vera storia della monaca di Monza – 1980), women in prison
(Violenza in un carcere femminile – 1982, Anime perse - 2006), peplum (I
sette magnifici gladiatori – 1983) e avventuroso d’imitazione (Strike Commando
– 1987, Terminator II - 1990). Non poteva mancare l’horror, che Mattei
frequenta sin dal 1980, soprattutto nel sottogenere zombi e cannibale. Mattei
collabora a lungo con Claudio Fragasso, sia come sceneggiatore che come
regista, e insieme portano a termine Zombi 3 di Lucio Fulci. Il regista resta
inattivo per un certo periodo, ma nel 2001 riprende di buona lena e con grande
entusiasmo a girare film a basso costo, dedicandosi al suo vecchio amore,
producendo erotici patinati, avventurosi, thriller e horror-splatter. Molti di
questi film vengono girati nelle Filippine, prodotti da Gianni Paolucci (La
Perla Nera). Bruno Mattei muore nel 2007, all’età di 76 anni. Pochi mesi prima aveva diretto il suo ultimo
film di zombi, sceneggiato da Antonio Tentori.
Bruno Mattei è stato per anni l'ultimo artigiano, un sopravvissuto, un regista che è andato oltre la crisi del cinema di genere. Mattei non si cura della scomparsa delle sale di terza visione, supera la fine delle salette a luci rosse, evita la televisione e continua a fare il cinema di genere che ama. Usa il digitale e i nuovi ritrovati della tecnica, produce film d'azione, cannibalici, horror, tonaca movie, women in prison. Merita di essere ricordato, pure se molti dei suoi film non sono capolavori: spesso tirati via, sceneggiati con disinvoltura, montati con lentezza, girati in pochi giorni e con mezzi insufficienti. È insopportabile che un regista come Mattei non venga nominato in nessuna enciclopedia cinematografica e che i più importanti dizionari (Mereghetti, Morandini e Farinotti) non prestino alcuna attenzione ai suoi film, omettendoli sistematicamente.
Questo dice IA: L'unica biografia italiana dedicata a Bruno Mattei alias Vincent Dawn, David Hunt, Bob Hunter e altri pseudo, l'ultimo artigiano del nostro cinema di genere scomparso nel 2007, ancora in piena attività, girava due film nello stesso set nelle Filippine… il libro li analizza tutti, per apprezzare un cinema povero di mezzi produttivi ma ricco di idee e passione.


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