Cuba e Venezuela sono legati a doppio filo da un pacchetto di accordi economici e di investimenti strategici, basilari per l'isola caraibica, che non può fare a meno del petrolio venezuelano. La sorte del presidente Hugo Chávez è collegata direttamente al futuro dell'isola. I cubani hanno appreso la notizia della nuova operazione di Chávez, durante la notte del sabato, mentre in televisione andava in onda una telenovela brasiliana molto seguita. Juventud Rebelde, il solo quotidiano domenicale cubano, parafrasando Chávez, ha titolato a caratteri cubitali: "Ne usciremo vittoriosi e andremo avanti!". Perdere Chávez e l'appoggio venezualano per Cuba sarebbe drammatico, vorrebbe dire tornare ai tempi del 1991, quando crollò il blocco socialista con il relativo sistema di sovvenzioni e finanziamenti. Caracas somministra all'Avana due terzi della sua domanda di greggio, in cambio di aiuti in campo medico e di insegnanti, ma anche di servizi in materia sportiva, informatica, agricola e sicurezza. La vendita di petrolio avviene a prezzi vantaggiosi e con un credito che prevede tempi lunghi. Il Venezuela sta investendo per recuperare una raffineria a Santiago di Cuba e per costruirne un'altra a Matanzas. Inoltre c'è il famoso cavo sottomarino per Internet, un mistero senza precedenti sul quale spesso si è interrogata la blogger Yoani Sanchez. Avrebbe dovuto cominciare a funzionare nel luglio 2011, ma ancora non è lecito sapere quando partirà. In questo momento la sola cosa certa è che Raul Castro - pur non credente - sta pregando per Chavez. Pure se il caudillo venezuelano ha designato un fidato successore...
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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