venerdì 5 luglio 2013

Cuba, Yoani Sanchez e la dissidenza


Gli ultimi eventi legati alla blogger cubana mi impongono di scrivere il mio pensiero per non continuare a dar vita a un silenzio assordante, quanto meno imbarazzante, per me che non sono abituato a tacere.

Cuba sta cambiando, in meglio, su questo non ho alcun dubbio, le riforme di Raul Castro sono lente, procedono con tempi lunghi, avrebbero bisogno di maggior impulso, ma stanno andando nella direzione giusta. Serve più attenzione ai diritti umani, alla libertà di espressione del pensiero, di stampa, di movimento, persino alla tanto vituperata (secondo la mentalità comunista) libertà economica. La mia speranza è che Cuba non intraprenda la via cinese al socialismo di mercato, ma che mantenga i buoni risultati raggiunti con la Rivoluzione (adesso, purtroppo, molto ridotti) in alcuni campi del sociale, veicolandoli in un sistema politico - economico di stampo democratico.

Vedo, con soddisfazione, che la riforma migratoria voluta da Raul Castro sta funzionando. Escono tutti da Cuba, persino i Porno Para Ricardo (il complesso punk molto irriverente nei confronti del potere farà una tourneé in Europa), Guillermo Farinas e di nuovo Yoani Sanchez, prima diretta in Spagna e subito dopo in Italia. Non solo escono, ma quando rientrano a Cuba, dopo aver espresso in piena libertà il loro pensiero, nessuno torce loro un capello, nessuno li arresta, nessuno li mette sotto torchio. Tutto questo va detto, a onor del vero, senza voler fare il Gianni Minà della situazione, perché voglio vedere quanti dissidenti cinesi, iraniani, birmani, coreani, persino russi possono fare la stessa cosa senza correre rischi.

Veniamo all'ultimo capitolo di questa storia, il più doloroso, il più delicato. Yoani Sanchez è attesa in Italia, giovedì 11 luglio, per tenere alcune conferenze preso l'Università Mediolanum, un appuntamento che non ha niente di politico, né di berlusconiano, visto che presso tale istituzione hanno parlato fior di oratori e personalità illustri del mondo culturale. In rete sta circolando una mail di Yoani (vera? falsa? modificata?) nella quale la blogger comunica alla sua agente, Erica Berla, la volontà di non venire in Italia, per non essere strumentalizzata da Berlusconi e - en passant - perché non le hanno dato il Premio Ischia, quindi recarsi in Italia solo per riscuotere 5.000 euro (il prezzo pattuito per le conferenze) non varrebbe la pena. La mia speranza è che l'hacker che ha rubato la mail di Yoani per diffonderla in rete abbia modificato il contenuto del messaggio. La mia speranza è che Yoani venga a Roma a tenere le conferenze previste e a dire che è tutta una macchinazione ai suoi danni, una colossale montatura. In alternativa la blogger si giocherebbe la credibilità internazionale raggiunta e - soprattutto - getterebbe pesanti ombre sulla sua lotta per i diritti umani a Cuba, di per sé condivisibile. Tutto va preso con il beneficio del dubbio, restano da fare le necessarie verifiche, ma se il contenuto della mail che circola in rete fosse vero, devo dissociarmene completamente. Il denaro non è mai stato al primo posto nella mia scala dei valori esistenziali, meno che mai quando sono in gioco diritti umani, sviluppo e libertà di un popolo che sento parte della mia esistenza. Sono convinto che le idee siano sempre migliori degli uomini, questo vale per il comunismo cubano, ma anche per certa dissidenza mossa soltanto da sete di successo, denaro e affermazione personale. Se tutto questo fosse una rappresentazione drammatica, il protagonista chiuderebbe la scena con una nota di tristezza. Ma è la vita, bellezza. E bisogna andare avanti...


Gordiano Lupi

2 commenti:

  1. Caro Gordiano, ammiro la tua onestà intellettuale nello scrivere questo post. Tempo fa mi ha bannato da FB ed è una piccola soddisfazione notare che qualche dubbio si è insinuato nella tua mente in merito alla coerenza e sincerità di Yoani. La mia posizione resta coerente al lato e per il popolo cubano. Aspettando l'11 luglio, con il maggior rispetto che non è mai venuto meno, un caloroso saluto.
    Roberto Ferranti.

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  2. Roberto, pure la mia è una posizione coerente. Ho sbagliato a bannarti da FB. E' stato un momento di tensione nervosa che non reggevo più. Non è tempo di certezze, credo. Tutto qui. In ogni caso - pare - che la mail sia falsa. Yaoni mi ha scritto più volte e si è detta "dispiaciuta" che io abbia potuto pensare che lei abbia scritto certe cose.

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