martedì 24 luglio 2012

Il mio articolo sulla morte di Payá


Da Libero del 24/7/2012

Oswaldo Payá, artefice del Progetto Varela, candidato al Nobel per la Pace, una delle figure più rispettate della dissidenza cubana, è morto domenica durante un incidente stradale. Payá viaggiava a bordo di un'auto a noleggio insieme ad altre tre persone, quando è uscito di strada dopo essere stato investito da un camion. Il fatto è accaduto nella provincia orientale di Bayamo, in una località nota come La Gabina. La figlia Rosa Maria riferisce che il padre era stato vittima alcune settimane prima di un altro spettacolare incidente. “I ragazzi che viaggiavano con lui parlano di un’auto che ha tentato ripetutamente di farli uscire di strada. Non è stato un incidente. Hanno voluto uccidere mio padre”, denuncia. Yoani Sánchez non si pronuncia sulle cause della morte di Oswaldo Payá. Attende di parlare con i due stranieri - lo spagnolo Angel Carromero Barrios, membro del Partido Popular, e lo svedese Aron Modig - che viaggiavano con il candidato al Premio Nobel per la Pace, ricoverati in ospedale, ma fuori pericolo. La nota blogger afferma: “Il telegiornale non ha dato neppure la notizia della sua morte. Un sistema politico che non rende onore a un avversario scomparso dimostra mancanza di moralità e una meschina natura ideologica”. Insieme a Payá è morto anche il dissidente Harold Cepero Escalante, di Ciego de Avila. Antonio Díaz, uno dei sopravvissuti, membro del MCL a Miami, ha chiamato i familiari, confermando che l’auto era stata investita da un camion. La morte di Payá lascia un vuoto enorme all’interno della dissidenza cubana. Payá, di professione ingegnere, assurge a fama mondiale negli anni Novanta, per aver ideato il Progetto Varela, raccolta di firme finalizzata a chiedere una riforma costituzionale per traghettare Cuba verso democrazia, diritti civili e libera iniziativa privata. Subito dopo la presentazione del Progetto Varela, il governo dichiara “irreversibile” la forma di Stato socialista. Molti collaboratori del Progetto Varela vengono arrestati e condannati a lunghe pene detentive durante la Primavera Nera del 2003. Payá nasce il 29 febbraio del 1952, quinto di sette fratelli di una famiglia cattolica. Studia in una scuola del quartiere avanero del Cerro, entra in un prestigioso collegio religioso, chiuso dopo il trionfo rivoluzionario del 1959. Fin da adolescente muove critiche al governo di Fidel Castro, nel 1969 viene recluso in un campo UMAP (Unità Militari di Aiuto alla Produzione) per antisociali. Terminati gli studi secondari, si laurea in Fisica all’Università dell’Avana, rifiuta il marxismo ed è costretto ad abbandonare gli studi per conseguire la specializzazione. Nel 1980 lavora come esperto di apparecchiature mediche alle dipendenze del Ministero della Salute. Alla fine degli anni Ottanta fonda il MCL. Per il suo attivismo viene arrestato e recluso diverse volte, oltre a essere perseguitato dalla polizia politica. Per anni, la facciata della sua casa viene imbrattata con slogan e messaggi diffamatori tipo: “Payá: agente della CIA”. Nel 2002, l’Unione Europea gli assegna il Premio Sacharov per i diritti umani. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte del governo cubano, se non un breve messaggio nel quale si legge che “la polizia rivoluzionaria sta accertando le cause della morte”. Il sito Internet del Movimento Cristiano di Liberazione non ha dubbi: “La responsabilità è di Raúl Castro e del regime comunista”.
Gordiano Lupi

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