Incarcerate quattro persone per aver lanciato volantini contro il governo
Quattro dissidenti cubani che distribuirono volantini nei quali definivano “assassini” i fratelli Castro sono stati condannati a cinque anni di carcere. Le persone critiche nei confronti del regime continuano a essere giudicate e imprigionate. Il numero delle condanne è in aumento: siamo passati dalle due sentenze del 2010, alle otto del 2011. Le condanne rappresentano un cambiamento significativo per il governo di Raúl Castro, che sino a oggi sembrava preferire le detenzioni brevi a scopo intimidatorio, invece di rinchiudere le persone in galera per anni.
Elizardo Sánchez Santa Cruz, attivista per i diritti umani ha detto: “Raúl sta cominciando a comportarsi come il fratello. Vuole far capire ai cubani che in questo momento di importanti cambiamenti economici non è disposto a tollerare nessuna ribellione”.
Sono stati condannati a cinque anni di galera: Luis Enrique Labrador, 33 anni, David Piloto, 40, Walfrido Rodríguez, 42. Tre ani di galera sono stati inflitti a Yordani Martínez, 23 anni.
La polizia arrestò i dissidenti a gennaio, mentre stavano lanciando volantini in pieno Centro Avana, nella Esquina de Tejas. Nei foglietti c’era scritto: “I Castro sono degli assassini” e “Abbasso la tirannia dei Castro”. Sono stati accusati di turbativa pubblica, di resistenza alle autorità. In realtà sono veri e propri prigionieri politici, perché la loro azione rientra nei limiti della libertà di espressione concessa in ogni paese democratico.
Queste condanne seguono di una settimana altre sentenze contro i fratelli Antonio Michel e Marcos Maikel Lima, condannati a due e a tre anni di carcere per “disordine pubblico” e “oltraggio ai simboli della patria”, per aver usato parole di canzoni rap che criticavano il governo. I due fratelli furono arrestati il 25 dicembre, dopo aver cantato una canzone de Los Aldeanos, un duo rap che critica duramente il regime comunista.
Sánchez Santa Cruz ha riferito che quest’anno sono stati condannati a un anno di carcere anche Alfredo Calzado, per “resistenza alle autorità” e il tenente dell’esercito Yasmani Acosta Arias, 22 anni, condannato por aver brandito cartelli che dicevano “Abbasso Fidel”.
“Stanno tornando i vecchi tempi della repressione”, ha concluso Sánchez Santa Cruz.
Gordiano Lupi
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