giovedì 15 settembre 2011

Apocalittici e informati

Il nuovo post di Yoani Sanchez è molto importante. Parla del pastore pentecostale che si è recluso nel tempio con i fedeli, ma soprattutto della carenza informativa ufficiale, supplita dall'inventiva dei blogger e degli utilizzatori di Twitter. Inoltre spiega anche (nella nota) come i giornalisti indipendenti riescono tramite MMS a supplire alla carenza di una connessione casalinga. Per gli scettici alla Minà non è male. Ma tanto non crederanno lo stesso. Fa molta rabbia sentir definire Yoani "una blogger alla moda", da un profittatore come lui che si è visto promuovere un filmaccio menzognero, finanziato dal regime cubano, da tutti i media nazionali.

Gordiano Lupi


Venerdì 9 settembre un curioso si è trovato a passare nei dintorni di calle Infanta, angolo con Manglar, si è fermato un istante a guardare lo spiegamento di forze di polizia davanti al tempio evangelico pentecostale, la strada chiusa e gli abitanti del quartiere che mormoravano. Dopo qualche minuto, ha preso il cellulare e ha inviato un messaggio per dare la notizia a tutta la sua agenda telefonica. La musica che annunciava l’arrivo di un sms si è fatta sentire dentro diverse tasche, sulle tavole di certe case e nelle borse di qualche donna. La “bomba” informativa era esplosa. Oggi come oggi a Cuba, le voci di strada e la telefonia mobile rappresentano i sistemi più rapidi per diffondere eventi che la stampa ufficiale tiene sotto silenzio. Ventiquattro ore dopo aver accerchiato la zona della chiesa, dove il pastore Braulio Herrera e alcuni fedeli stavano facendo un ritiro, L’Avana mormorava già i particolari, costruiva i primi pettegolezzi e si compiaceva dei dettagli.

Al di là delle questioni etiche e teologiche che solleva questa reclusione volontaria di alcuni fedeli con il loro pastore, ciò che meraviglia è rendersi conto di come siano efficienti i meccanismi alternativi che hanno permesso di fare luce sui fatti. Possiamo seguire il percorso informativo, i passi compiuti per farsi strada: un cittadino comune, un “estraneo” al giornalismo, si trova dove sta succedendo un evento importante. Prende il telefonino che porta con sé, digita la notizia e la racconta ai suoi conoscenti. Tra i suoi amici potrebbe esserci qualche vivace utilizzatore di Twitter, abile con le dita, pronto a pubblicare la storia su Internet con messaggi di 140 caratteri. Mentre nel cyberspazio i lettori riflettono e chiedono particolari, il luogo dell’evento comincia a riempirsi sempre più di gente. Compaiono le prime macchine fotografiche, la foto dei poliziotti che bloccano il traffico viaggia per MMS* in direzione del web e rapidamente suscita sempre maggior interesse l’etichetta #infantaymanglar.

Quando le agenzie di stampa straniere si rendono conto che sta succedendo qualcosa, i giornalisti indipendenti e i blogger hanno già narrato i fatti secondo diverse angolazioni. Tra una cosa e l’altra, certe persone che vivono “vicine al luogo”, ma sembrano poliziotti vestiti da civili, mettono in giro voci apocalittiche per sobillare l’opinione pubblica contro il pastore. Dicono che pensa di far saltare in aria la chiesa, che sta chiedendo un aereo per uscire dal paese, o che sta attendendo - chiuso nel tempio - la fine del mondo che giungerà sotto forma di tsunami. Fino a questo punto la stampa nazionale mantiene il silenzio, anche se non può reggere la pressione di una città dove tutti parlano della stessa cosa. Il percorso informativo si completa quando nell’orario notturno di maggior ascolto un giornalista televisivo legge con espressione grave una nota ufficiale, davanti a un pubblico che da giorni si sta chiedendo se ancora una volta cercheranno di nascondere la verità. Sono passate oltre 72 ore da quando un individuo senza diploma giornalistico, ma dotato di coraggio, ha digitato la notizia sulla tastiera di un piccolo cellulare che teneva in una tasca dei pantaloni.

* MMS: sigla di Multimedia Messaging System. Si riferisce ai messaggi con foto, audio, video e altro materiale multimediale che si possono inviare via telefono mobile. A Cuba, nonostante questo servizi funzioni in maniera deficitaria, è diventato un sistema per pubblicare su Internet alcuni files di piccolo formato (massimo 260 kb). Noi blogger e utilizzatori di Twitter ce ne serviamo per supplire alla carenza di una connessione al cyberspazio, perché permette di inviare dati a un altro telefono mobile o a un indirizzo di posta elettronica. I dettagli per attivare e usare MMS in un telefono mobile Cubacel, si possono leggere qui: http://www.desdecuba.com/generaciony/wp-content/uploads/2011/09/pasos-para-activar-el-servicio-de-mms.pdf



Traduzione di Gordiano Lupi

Il blog di Yoani Sanchez in italiano è solo su www.lastampa.it/generaciony

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