di Yoani Sanchez
Non sono d’accordo con quel che dici, sono totalmente contrario alle tue opinioni,
ma difenderò con la mia stessa vita il tuo diritto a esprimerle.
Voltaire
Stringo gli auricolari fino a sfiorarmi i timpani, ma nonostante tutto la musica del tassì collettivo continua a entrarmi in testa. Oggi è la terza volta che sono obbligata ad ascoltare la stessa canzone, un reguetón a tematica erotica capace di far arrossire tutti noi che viaggiamo a bordo di questa Ford anni Cinquanta. Si tratta di un popolarissimo tema musicale che ha finito per conquistare il fanatismo di alcuni, la repulsione di altri e persino una severa critica sulla televisione nazionale da parte del ministro della cultura Abel Prieto. Sembra proprio che nessuno possa restare impassibile e tranquillo, mentre ascolta il ritornello: “Dame un chupi chupi, que yo lo disfruti, abre la bocuti, trágatelo tuti” (2). La scelta è tra mettersi a ballare in maniera frenetica o tapparsi le orecchie. Non ci sono vie di mezzo.
Il Chupi Chupi (http://www.youtube.com/watch?v=uZn1z61KdWo) è stato ammesso come video clip in gara per i premi Lucas, ma alcuni giorni fa il presidente dell’Istituto Cubano della Musica l’ha definito “orribile”. I molti fan del compositore Osmani García e dei suoi versi così discussi non sanno se resterà in gara, perché adesso il brano non viene quasi più trasmesso dai mezzi di comunicazione nazionali. Centinaia di persone hanno già inviato il loro voto - tramite messaggi di solo testo a mezzo telefono mobile - per cercare di far vincere il premio della popolarità a questo cantante di reguetón. Sperano di poter ballare al ritmo della sua creazione durante la serata di gala che avrà luogo la prossima domenica al Teatro Karl Marx. Tuttavia, un presentatore televisivo ha detto - tra il serio e il faceto - che “è bene non portare caramelle e confetti all’evento di questo fine settimana… perché fanno male ai denti”, alludendo al fatto che forse il polemico ritmo intriso di esplicite allusioni sessuali non verrà presentato.
Se a Cuba la televisione, i giornali e la radio non fossero proprietà privata di un solo partito, esisterebbe uno spazio anche per questo tipo di produzioni, pure se a molti non piacciono. Il problema attuale è che se un simile ritmo viene trasmesso dalla televisione nazionale significa che è accettato dal Partito Comunista, come se l’ideologia politica dovesse riconoscere che il suo “uomo nuovo” ama più il divertimento e la musica erotica piuttosto che gli inni sul lavoro e le canzoni sull’utopia socialista. Spero che prima o poi esisteranno canali non ideologici che, nelle fasce orarie riservate agli adulti, presenteranno argomenti come questi, senza tener conto delle preferenze melodiche e della soglia individuale del pudore. Susciteranno polemiche e genereranno dibattito, questo è scontato, ma nessun funzionario pubblico potrà cancellarli con un colpo di spugna, perché non si cambiano i gusti musicali con la censura. Se avete qualche dubbio, salite in questo stesso momento su un qualsiasi tassì collettivo che circola per le strade dell’Avana.
Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
(1) Il chupi chupi è il nostro lecca-lecca, il chupa chups statunitense, ma in questo periodo all’Avana circola anche un succo di frutta che porta lo stesso nome.
(2) “Dammi un lecca-lecca, perché io me lo goda, apri la boccuccia, ingoiatelo tutto”.
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