martedì 4 ottobre 2011

L’Avana censura le news inviate sul cellulare

Il regime cerca di criminalizzare l’invio di messaggi telefonici tramite telefono cellulare


Niente è più umano e legittimo che dare e ricevere informazioni. Ma non per il governo cubano che teme più di ogni cosa il fatto che il popolo abbia libero accesso alle notizie. A Cuba la libertà d’informazione è vista come un crimine e per questo motivo il regime spende milioni di dollari per cercare di interferire con le notizie che non provengono dal suo apparato di propaganda.

Il governo cubano non conosce l’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione. Nessuno sarà perseguitato per motivi di opinione. Una persona è libera di ricevere informazioni, così come può diffonderle, senza limiti di frontiere, tramite ogni mezzo di espressione”.

Il governo cubano cerca di difendersi dall’invasione delle notizie. Non ha preso bene l’accordo stipulato tra Radio Tv Martí - media informativo del dissenso - e una compagnia del Mariland, per costruire un sistema informativo capace di inviare decine di migliaia di messaggi ogni mese a utenti di telefonia cellulare cubani, che esprima la volontà di ricevere notizie.

Radio-TV Martí esiste per volontà sovrana del popolo statunitense. Una legge di iniziativa parlamentare, promulgata il 4 ottobre 1983, sta alla base della sua creazione, quando era presidente Ronald Regan. Non è Radio-TV Martí a compiere un reato cercando di informare il popolo cubano. È il governo cubano che viola la legge quando priva la sua cittadinanza di un’informazione vera, libera e pluralista.


Gordiano Lupi

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