giovedì 13 ottobre 2011

Questione di appartenenza

di Yoani Sanchez


La strada incriminata

Una donna, proprietaria di una caffetteria recentemente inaugurata, risponde alle domande incalzanti di una giornalista in merito all’uso dello spazio pubblico. Durante la notte, le sue dichiarazioni e quelle di molte altre persone andranno a comporre un ampio reportage televisivo sul tema dell’invasione delle aree comuni da parte dei nuovi negozi privati. L’argomento sta provocando molte polemiche. Da un lato, ci sono persone che hanno impiegato risorse personali per costruire un banco o per allargarsi con lo scopo di avere più clienti, ma al tempo stesso si vedono colpite da un ordine di demolizione per occupazione abusiva di spazi pubblici. Dall’altro, ci sono le esigenze dei passanti che perdono lo spazio riservato a porticati e strade per colpa di nuove costruzioni che avanzano dall’interno delle case. Ma è evidente che non tutti vengono puniti con la stessa severità per questa intromissione urbanistica. Lo Stato sembra avere letteralmente via libera per invadere luoghi, obbligare pedoni a camminare per strada e costruire le cose più orribili senza dover rendere conto agli abitanti del posto.

Nel quartiere dove vivo, per esempio, hanno edificato a tempo di record un hotel che occupa un intero isolato. In un primo tempo, era stato pensato per ospitare i pazienti della cosiddetta Operazione Miracolo, ma da quasi un anno ha dovuto adeguarsi alla legge della domanda e dell’offerta, aprendo le porte al pubblico. Questa struttura si è portata via - senza il consenso di nessun vicino - parte del marciapiede della calle Hidalgo. Il vecchio margine dedicato ai passanti perchè fossero al sicuro dalle auto in transito, adesso è riservato ai camion in servizio presso l’enorme edificio, una brutta rampa dove non si vedono mai scaricare merci da alcun veicolo.

In questo caso il danno sembra irreversibile, perchè a differenza delle improvvisate costruzioni individuali, qui stiamo parlando di una struttura in cemento armato che nessuno può toccare. Le persone comuni, i passanti che uscivano dal mercato e imboccavano quel sentiero un tempo alberato, pensano che non serva a niente lamentarsi. “È proprietà dello Stato e sappiamo come vanno le cose…” mi rispondono quando cerco di trovare persone disposte a protestare. La cosa più triste è che hanno ragione. Neppure l’intraprendente giornalista che critica l’espansionismo di certi negozi privati durante il notiziario televisivo più seguito, realizzerà un reportage su questa parte di città che ci hanno portato via.

Traduzione di Gordiano Lupi

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