martedì 8 maggio 2012

Il percorso della plastica

di Yoani Sanchez - da www.lastampa.it/generaciony



Il contenitore di spazzatura all’angolo della strada giace per terra, caduto e con un enorme buco nel fondo. Era stato messo lì appena alcuni mesi fa, con il suo voluminoso corpo grigio pronto a inghiottire rifiuti. Ma non ha resistito: il vandalismo, unito alla pessima qualità del materiale, lo hanno ridotto in uno stato quasi inservibile. Una strada più avanti un altro contenitore ha subito una sorte peggiore ed è scomparso, dopo che era stato situato nei pressi della stazione di Tulipán. Altri due, privati delle ruote e con il coperchio smarrito, riposano a pochi metri dalla linea ferroviaria. Secondo un funzionario della Empresa de Comunales, all’Avana vengono rubati “fino a 50 contenitori di spazzatura in un solo giorno”. Di notte sono strapieni - tra cattivo odore, mosche e gatti vagabondi - e la mattina seguente non ci sono più, resta solo il contenuto rovesciato sulla strada.

Sono molti i modi per valutare lo stato materiale di una nazione, ma uno di questi consiste nel fare l’elenco delle cose che la gente saccheggia dagli spazi pubblici. Ricordo quando, nei primi anni Novanta, dovevano essere custodite le lampadine dei corridoi e degli ascensori quasi come fossero lingotti d’oro che pendevano dal tetto. Svaligiare era diventata una forma di protesta; un gesto che univa l’appropriazione indebita e la rivincita sociale contro uno Stato che - per troppo tempo - è stato proprietario di tutto. Di solito non trema la mano per il saccheggio a chi è cresciuto accanto a genitori che vivevano sottraendo risorse nel loro centro di lavoro. Sono persone che diventano adulte praticando il furto espresso, reati da farabutti caratterizzati da necessità.

Le ruote del contenitore di rifiuti vanno a finire nel carrello con cui si carica l’acqua nei quartieri dove la distribuzione è precaria. La struttura di plastica segue un percorso più lungo, viene liquefatta e trasformata in pinze per tendere vestiti, imbuti per travasare combustibile o spremiagrumi. Vista la mancanza di un mercato all’ingrosso dove comprare materie prime, qualunque oggetto che si trova nella pubblica strada può essere trasformato in un prodotto da vendere. Non restano tracce, solo alcune scaglie di colore grigio che nella spazzola pelavare ricordano il contenitore di spazzatura situato all’angolo della strada.


Traduzione di Gordiano Lupi

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