di Felix Luis Viera
Felix Luis Viera - La patria è un'arancia - Edizioni Il Foglio
para G.
A veces siento que más que tu amador
soy tu pasado.
Vine contigo
Tú estabas en la nieve en una tarde de sol y yo solté mis trineos
hacia donde Tú
y tú eras la flama que todo el mundo quisiera ver alumbrar sobre la nieve
Pero en realidad fue entre las montañas
en una ciudad que es mejor que pase a la historia sin nombre
Tú estabas entre las lámparas, los vasos, la gente, las cucharas
Tú eras de pronto una lámpara que iluminaba desde el valle cercano
Más que tu amador
soy tu pasado
Vine de ti
soy tu hijo más pequeño,
más leve
Ama al poeta
él te encontró entre los jardines y los rompecabezas
Él ha venido caminando desde la derrota para encontrarte
Eres la última reminiscencia de su tierra perdida
eres el olor a leña que aún llega desde los fogones de su infancia
No olvides al poeta
No lo olvides
Él para ti anidó colibríes al borde de la Muerte
contra la Muerte
Él te ha amado con el fervor de esas golondrinas que migran hacia el lado opuesto de la
Muerte
Te ha amado como a esas palmeras incendiadas en las noches de amor
en aquellas playas donde nadie quisiera morir
El poeta se irá antes que tú
pero primero arderán todos tus bosques
y aun los más humildes de tus pétalos sabrán del fuego
Ámalo, ni entonces lo abandones:
cuando hayan desaparecido sus versos, su cuartilla más gloriosa,
los puentes que cruzó
No lo olvides ni entonces:
él fue tu pasado
él vino contigo
él te amó con el reflejo del cuchillo en la rosa
y fue por ti que en el instante inesperado se sumó al amanecer.
Septiembre de 2002
Il mio sostegno
Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
para G.
A volte sento che non sono il tuo amante
ma il tuo passato.
Sono venuto con te.
Tu stavi nella neve in una sera di sole e io sciolsi le mie slitte
verso dove eri Tu
e tu eri la fiamma che tutti volevano veder luccicare sulla neve.
Ma in realtà fu tra le montagne
in una città che è meglio passi alla storia senza nome.
Tu eri tra le lampade, i vasi, la gente, i cucchiai.
Tu eri all’improvviso una lampada che illuminava dalla valle vicina.
Più che il tuo amante
sono il tuo passato.
Provengo da te
sono il tuo figlio più piccolo,
più lieve.
Ama il poeta
lui ti incontrò tra i giardini e i rompicapo.
Lui è venuto a piedi dalla sconfitta per incontrarti.
Sei l’ultima reminiscenza della sua terra perduta
sei l’odore di legna che ancora proviene dai focolari della sua infanzia.
Non dimenticare il poeta.
Non lo dimenticare.
Lui per te nidificò colibrì al margine della Morte
contro la Morte.
Lui ti ha amato con il fervore di quelle rondini che migrano verso il lato opposto della
Morte.
Ti ha amato come quelle palme incendiate nelle notti d’amore
su quelle spiagge dove nessuno vorrebbe morire.
Il poeta se ne andrà prima di te
ma prima bruceranno tutti i tuoi boschi
e anche i più umili tra i tuoi petali profumeranno di fuoco.
Amalo, non abbandonarlo mai:
quando saranno scomparsi i suoi versi, la sua cartella più gloriosa,
i ponti che attraversò.
Non dimenticarlo mai:
lui fu il tuo passato
lui venne con te
lui ti amò con il riflesso del coltello nella rosa
e fu per te che nell’istante più inatteso si unì all’alba.
Settembre 2002
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