sabato 7 gennaio 2012

Se prima ti amavo…

di Yoani Sanchez
www.lastampa.it/generaciony


“Se prima ti amavo, era per i tuoi capelli,
ora che sei pelata, non ti amo più”.
Canzone infantile

Si svegliò alle sei per sciogliersi con cura i capelli con la spazzola dalla punta rotta e le setole durissime. La chioma le arrivava quasi alla vita, ma in quel momento stava dandole l’ultima pettinatura, il tocco di commiato. Prima della fine dell’anno scambiò la sua capigliatura ondulata per una somma di denaro con cui celebrare le festività natalizie. “Si comprano capelli”, era l’avviso che si leggeva sulla porta di uno stretto corridoio dove entrò senza starci tanto a pensare. Due parrucchiere le tagliarono con entusiasmo la lunga capigliatura, folta e ben curata. Entrò in quel locale di buon mattino con un lungo ciuffo e uscì dopo mezzogiorno con pochi capelli dietro le orecchie. In cambio ottenne una buona cifra in pesos convertibili con la quale acquistò carne di maiale, sidro di mele, pomodori e aiutò sua madre a riparare la dentiera. “Ricresceranno”, disse al fidanzato per consolarlo quando la vide per la prima volta dopo quel taglio radicale. “Ho dovuto scorciare i capelli per colpa dei pidocchi…”, mentì.

Il mercato dei capelli prende campo in una nazione in bilico tra le necessità imposte dalla civetteria e le difficoltà materiali. Nella notte avanera, buona parte delle audaci pettinature sfoggiate per strada si ottengono grazie a parrucche e innesti. Gli acquirenti più facoltosi cercano capelli naturali e soprattutto di donne giovani. Alcuni di questi commercianti vanno nei paesi più piccoli, sapendo di poter trovare merce a prezzi migliori perché i venditori sono più disperati. Nelle mani degli stilisti, le cosiddette “ciocche” vengono attaccate ciuffo per ciuffo sulla nuova testa destinata ad accoglierle, con un procedimento che può durare ore. Si utilizzano anche ciocche sintetiche, ma quelle naturali sono più richieste e meglio pagate. Vengono importate da Florida, Ecuador, Messico e sono uno dei regali più richiesti ai parenti che viaggiano all’estero.

In questo momento, l’unico capitale economico di cui dispongono molte donne cubane proviene dal loro cuoio capelluto. Se la situazione si fa difficile, possono sempre contare su qualche persona interessata a comprare la capigliatura, a concedere un po’ di denaro in cambio di qualche sforbiciata.

Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

Nessun commento:

Posta un commento