domenica 12 febbraio 2012

L'altro Papa

di Yoani Sanchez
da www.lastampa.it/generaciony



Mancano alcune settimane alla visita di Papa Joseph Ratzinger a Cuba, ma da un po’ di tempo si respira profumo d’incenso. In un paese dove molte persone di giorno pregano in Chiesa e di notte accendono candele a una divinità africana, la visita di Sua Santità accende entusiasmi e curiosità. I cattolici preparano liturgie e processioni per accogliere Benedetto XVI, mentre altri cubani si chiedono se la sua venuta porterà trasformazioni significative nella situazione politico - sociale della nazione. La gente vuol credere che il Santo Padre riuscirà a dare impulso al processo di riforme rauliste, imprimendo maggior velocità e profondità. I più illusi sognano persino che la più eminente figura del Vaticano ottenga quel risultato che dovrebbe scaturire dalla ribellione popolare: un vero e proprio cambiamento.

Ci sono parecchie differenze tra questo mese di marzo in cui Sua Santità atterrerà all’aeroporto dell’Avana e quel gennaio del 1998 in cui sbarcò Giovanni Paolo II. Il “Papa viaggiatore”, come tutti lo chiamavano, giunse preceduto da storie che lo mettevano in relazione con la caduta dei regimi dell’Europa dell’Est. Ratzinger, da parte sua, arriverà in un periodo storico caratterizzato da un’intera generazione di cubani nata dopo il crollo del Muro di Berlino e che non sa neppure cosa significhi la sigla URSS. Alla fine degli anni Novanta, Karol Wojtyla accese i nostri cuori - persino degli agnostici come me - pronunciando un sacco di volte la parola “libertà” in Piazza della Rivoluzione. Ma adesso l’apatia e lo sconforto renderanno più difficile che le frasi di Ratzinger creino identica emozione. La sua visita sarà soltanto un pallido riflesso della precedente, perché noi non siamo più gli stessi e lui non è lo stesso Papa.


Traduzione di Gordiano Lupi

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