lunedì 26 marzo 2012

L’arrivo di Benedetto XVI sul Twitter di Yoani Sánchez



Sono le ventuno e quaranta ora italiana. Decido di vedere in diretta l’arrivo del Papa a Cuba grazie all’emittente satellitare Tele Sur, che dà una versione di regime degli eventi. Per un istante mi sembra d’essere a Cuba e di seguire la cerimonia su Cubavision o Tele Rebelde. Il fantasma di Randy Alonzo mi perseguita. Ho bisogno di un minimo di contraddittorio e allora mi collego con il Twitter di Yoani che pubblica messaggi a ripetizione.

Mia nonna ha dovuto soffocare tante preghiere negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Come mi piacerebbe che fosse ancora viva per vedere questa visita del Papa a Cuba.

Curioso: il CENESEX diretto da Mariela Castro non organizzerà nessuna protesta per la visita del Papa. (Eppure la Chiesa cattolica è contraria ai matrimoni gay e alle unioni omosessuali, ndt).

L’aereo atterra nell’aeroporto di Santiago de Cuba. Comincia la cerimonia di ricevimento alla presenza del cardinal Jaime Ortega, presenti numerosi vescovi e componenti del governo cubano.

Il Papa calpesta il suolo cubano e un gruppo di bambini gli dice: Benvenuto a Cuba. Raúl Castro cammina alla sua sinistra, come un’ombra rossa.

Sparano 21 colpi a salve di artiglieria… mi sembra una cosa poco appropriata per ricevere un Papa, ma pare che sia il protocollo.

Suonano le note dell’inno nazionale, intercalate dal rumore dei colpi di cannone. I militari fanno la cerimonia dell’alzabandiera. Il Papa non si è ancora seduto.

Raúl Castro fa il suo discorso. Secondo la mia opinione è molto nazionalista e menziona troppe volte la contrapposizione Cuba - Usa. Fidel Castro non si vede da nessuna parte nell’aeroporto di Santiago.

Raúl Castro parla delle riforme come se fossero davvero profonde e arrivassero alla velocità di cui abbiamo bisogno.

Con tutta sincerità e cercando di essere imparziale, non mi sembra un discorso azzeccato per ricevere il Papa. Troppi riferimenti al passato in questo discorso. Mancano il presente e il futuro.

Il Papa menziona Giovanni Paolo II e l’impronta lasciata durante la sua visita nel 1998 come una “soave brezza di aria fresca”.

Il Papa pronuncia le parole chiave di cui abbiamo bisogno: “pace, giustizia, libertà e riconciliazione”.

Molto buona questa frase del Papa: “Cuba sta già guardando al domani”.

Cuba sta guardando al domani, ha detto il Papa, ma i nostri governanti si afferrano al passato, aggiungo io.

Migliaia di cubani salutano il Papa per le strade di Santiago mentre passa con la sua papamobile, ma mancano molti volti. Tutti i detenuti!

A troppe persone è stato impedito di andare a dare il benvenuto al Papa. Molti sono bloccati nelle loro case, altri si trovano nelle celle delle questure, altri ancora hanno avuto i telefoni tagliati, infine molti sono stati avvisati per scritto.

Si percepisce molto entusiasmo nelle persone… ma resta il sapore amaro che lasciano le assenze obbligate.

Non si vede un solo cartello con la parola benvenuto. Hanno permesso di portare solo piccole bandiere. Che cosa terribile!

Il Papa a Cuba: pellegrino della Carità o araldo della libertà?

Il Papa riposerà fino alla messa delle 17 e 30 (23 e 30 ora italiana). A me fanno male le dita da quanto ho digitato. In ogni caso vado avanti... Riceverà il Papa i rappresentanti della società civile?

Per fortuna che mi hanno fatto compagnia le parole di Yoani, perché Tele Sur ha ribadito più volte che il popolo cubano accoglierà il Papa con senso civico, nonostante alcuni mercenari pagati dai nordamericani abbiano cercato di avvelenare il senso religioso della visita e di strumentalizzarlo politicamente. Che tristezza, come dice un vecchio bolero…


Gordiano Lupi

Nessun commento:

Posta un commento