martedì 5 luglio 2011

L’esplosione del cuentapropismo cubano


Sotto una facciata deteriorata dal tempo, l’Avana mantiene l’incanto che l’ha resa una delle città più belle dell’America Latina. La maggior parte dei suoi quartieri avrebbe bisogno di un’efficace operazione di restauro per tornare all’antico splendore, soprattutto la zona dell’Avana Vecchia. Nonostante tutto in questo periodo vediamo strade e parchi riprendere vita, ritmo e colore, grazie a una frenetica attività commerciale. I quartieri centrali dell’Avana hanno acquisito una nuova fisionomia con la proliferazione di chioschi, bancarelle, negozietti e officine, mentre centinaia di insegne e cartelli, attaccati alle finestre e ai balconi, mettono in evidenza il cambiamento repentino che sta modificando l’economia centralizzata cubana. Al grido di “Ve li vendo per due pesos!”, i venditori incalzano le donne di casa offrendo banane e papaia in un mercatino del Vedado, mentre gruppi familiari attendono con pazienza davanti a una pizzeria, scene che contrastano con i duri momenti del “periodo speciale”, dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Il nuovo clima di frenesia commerciale pare dare ragione a Yoani Sánchez e a Pablo Milanés: “Il cambiamento sta arrivando, a passi rapidi, non tanto per volontà politica, quanto per merito dell’inventiva popolare”.
I segnali sono positivi.

Gordiano Lupi

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