mercoledì 6 luglio 2011

Per conoscere Rafael Bordao, poeta cubano in esilio

Rafael Bordao, Ph.D. (La Habana Vieja, Cuba). Poeta, scrittore ed editore. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia: Proyectura (1986), Acrobacia del Abandono (1988), Escurriduras de la Soledad (1995), El Libro de las Interferencias - The Book of Interferences, ed. Bilingue (1995), Propinas para la Libertad (Premio Internazionale di Poesia “Poeta en Nueva York”, 1998), El lenguaje del ausente (1998), Los descosidos labios del silencio (2000), Los despojos del sueño - The Debris of Dreams (Antologia personale - ed. Bilingue, 2001) ed Escurriduras de la soledad - Last Drops of Loneliness (ed. Bilingüe, 2008). Ha scritto due saggi: La Revolucion de Castro: Un aborto perfumado (1999) e La sátira, la ironía y el carnaval literario en Trilogía Poética de Reinaldo Arenas (2002). Le sue poesie sono state pubblicate in numerose riviste letterarie latinoamericane, statunitensi ed europee. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali come: Premio Internazionale di Poesia “Poeta en Nueva York” (1997), Premio Internazionale di Poesia “Fernán Esquío” (Galizia, Spagna, 1998), “Homme de Lettres“ (Medaglia d’argento e Diploma) dell’Accademia di Arti-Scienze e Lettere di Francia (1998). Dirige la rivista letteraria Sinalefa: www.revistasinalefa.org. Risiede a Nueva York.

Corona del Desterrado

La nieve es algo humano.
Javier García Sánchez

Nieva, está nevando

tan apacible y solemnemente,

como si nuestras manos pasajeras

llenas de fibrosas expresiones

se hubieran quebrantado,

como si ya la nieve voluptuosa

unida al entendimiento de la sangre,

nos dejara en la memoria

lo más pequeño, lo más frío,

aquello que de repente apaga

las brasas incandescentes del espíritu,

que lento y agonizante sucumbe

bajo un exclamatorio alumbramiento.



Nieva, está nevando

como si ya nada se opusiera

a la caída, al desamparo,

como si no hubiera porteros

ni enterradores en el mundo,

acaso esta nieve

no sea más que un sordo aplauso

para el furtivo desterrado,

acaso sea el sepelio

de todo lo estentóreo y sombrío,

que irrumpe serenamente

sobre nuestras ufanas estridencias.



Nieva, está nevando

al otro lado de mi incendio,

allí donde se despelleja el silencio,

donde no queda hueso sano

para golpear la tristeza,

tal vez sea esta nieve la memoria

de todo el aburrimiento acumulado,

quizás sea lo que nos deja el orgasmo

en la creciente fusión de lo impreciso,

un exceso cimbreante de chispas

que apaga su combustión en mi cabeza.



Traduzione di Gordiano Lupi - www.infol.it/lupi

Corona dell’Esiliato

La neve è qualcosa di umano.
Javier García Sánchez


Nevica, sta nevicando

in modo così tranquillo e solenne,

come se le nostre mani passeggere

piene di fibrose espressioni

si stessero rompendo,

come se ora la neve voluttuosa

insieme all’intesa del sangue,

ci lasciasse nella memoria

il più piccolo, il più freddo,

quello che all’improvviso spegne

le braci incandescenti dello spirito,

che lento e agonizzante soccombe

sotto un’esclamativa illuminazione.



Nevica, sta nevicando

come se ora niente si opponesse

alla caduta, all’abbandono,

come se non ci fossero portieri

nè becchini nel mondo,

forse questa neve

sarà solo un sordo applauso

per il furtivo esiliato,

forse sarà la sepoltura

di ogni cosa stentorea e triste,

che irrompe serenamente

sopra i nostri superbi strepiti.



Nevica, sta nevicando

all’altro lato del mio incendio,

là dove si scortica il silenzio,

dove non resta un osso sano

per colpire la tristezza,

forse sarà questa neve la memoria

di tutta la noia accumulata,

forse sarà ciò che ci lascia l’orgasmo

nella crescente unione dell’impreciso,

un ecceso flessibile di scintille

che spegne la sua combustione nella mia testa.

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