lunedì 8 agosto 2011

Isla (1979), una poesia di Virgilio Piñera

Aunque estoy a punto de renacer,

no lo proclamaré a los cuatro vientos

ni me sentiré un elegido:

sólo me tocó en suerte,

y lo acepto porque no está en mi mano

negarme, y sería por otra parte una descortesía

que un hombre distinguido jamás haría.

Se me ha anunciado que mañana,

a las siete y seis minutos de la tarde,

me convertiré en una isla,

isla como suelen ser las islas.

Mis piernas se irán haciendo tierra y mar,

y poco a poco, igual que un andante chopiniano,

empezarán a salirme árboles en los brazos,

rosas en los ojos y arena en el pecho.

En la boca las palabras morirán

para que el viento a su deseo pueda ulular.

Después, tendido como suelen hacer las islas,

miraré fijamente al horizonte,

veré salir el sol, la luna,

y lejos ya de la inquietud,

diré muy bajito:

¿así que era verdad?


ISOLA (1979)


Traduzione di Gordiano Lupi


Anche se sono sul punto di rinascere

non lo proclamerò ai quattro venti

né mi sentirò un eletto:

solo mi toccò in sorte,

e lo accetto perché non è in mio potere

negarmi, e sarebbe d’altra parte una scortesia,

che un uomo distinto non farebbe mai.

Mi hanno annunciato che domani,

alle sette e sei minuti della sera,

mi trasformerò in un’isola,

isola come sono solite essere le isole.

Le mie gambe si trasformeranno in terra e mare,

e poco a poco, come in un andante chopiniano,

cominceranno a spuntarmi alberi nei bracci,

rose negli occhi e rena nel petto.

Nella bocca le parole moriranno

perché il vento al suo desiderio possa ululare.

Dopo, sdraiato come sono solite fare le isole,

guarderò intensamente l’orizzonte,

vedrò sorgere il sole, la luna,

e lontano ormai dall’inquietudine,

dirò molto piano:

così che era verità?

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